Sud: Sicali(Fi), “il rilancio passa dai fondi comunitari”

Catanzaro – “Non possiamo non essere d’accordo con Svimez, è evidente che ci confrontiamo con un problema di mancata capacità di progettazione e attuazione delle opere pubbliche, in particolare nel Mezzogiorno, all’interno di un contesto normativo molto difficile e farraginoso che ha rallentato ulteriormente il circuito virtuoso degli investimenti, della spesa e della crescita, trasformandolo in un circolo vizioso di opere incompiute”.
Il senatore forzista Marco Siclari commenta i dati Svimez che attestano come sul Fondo Sviluppo e Coesione ci sono oltre 20 miliardi di euro che non riescono a essere spesi; un dato che conferma l’incapacità di spesa complessiva del nostro Paese.
Secondo il Senatore azzurro “la problematica dell’incapacità delle regioni meridioni di spendere ma soprattutto di spendere bene i fondi comunitari e nazionali destinati allo sviluppo ed la rilancio delle aree depresse è più complessa di quanto non sembri a prima vista: ed infatti accanto ad una chiara incapacità e debolezza politica della classe dirigente politica meridionale degli ultimi decenni, si deve comunque anche valutare la mancanza di programmazione nazionale e l’instabilità del governo centrale, che hanno impedito di affrontare e risolvere, in maniera organica e sistematica la c.d. questione meridionale. L’Agenzia per la Coesione territoriale, si è inceppata: a luglio 2016 era stato speso solo il 2,16% dei fondi strutturali previsti per il periodo 2014-2020, che ammontano a un totale di 64 miliardi di euro. Se si distribuissero pro-capite i fondi comunitari agli abitanti delle regioni del Sud, ciò basterebbe per ottenere un incremento del PIL di oltre il 2% l’anno. Non è solo questione di numeri. L’effetto è la mancata addizionalità dei fondi “straordinari” che anziché andare a ridurre i divari tra territori sostituiscono di fatto spesa ordinaria che lo Stato dovrebbe comunque garantire. Ora o mai più: il rilancio del Sud passa dai fondi comunitari. Come anticipato da oltre un anno dal Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, occorre un piano Marshall per risolvere la questione meridionale, non più differibile. Bisogna creare un circuito virtuoso di investimenti straordinario, attraverso la sinergia fra la Cassa deposito e prestiti, i Fondi comunitari destinati al rilancio delle aree depresse e sottosviluppate, lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali. Senza uno sforzo collettivo e straordinario, il divario fra le regioni del Sud e quelle del Nord, ma anche fra l’Italia e le altre nazioni di Europa, in termini di competitività, innovazione e progresso non si colmerà mai più ed invece che riuscire ad esportare in Africa progresso e democrazia, importeremo dai territori più poveri del mondo, povertà ed instabilità politica e sociale”.