Salvini contestato a Catanzaro, “Moscerini rossi”

Catanzaro – Applausi ma anche fischi, cori, striscioni. La tappa a Catanzaro del tour elettorale del leader della Lega, Matteo Salvini, è stata caratterizzata da un inedito e continuo battibecco con un gruppo di contestatori che hanno polemizzato con il vicepremier per l’intera durata del suo comizio in vista delle elezioni europee. Il momento più teso è stato quando, dal fondo della piazza in cui Salvini parlava, un gruppo di contestatori ha iniziato a urlare al suo indirizzo “buffone” e “fascista”, con il leader della Lega a replicare: “Sento delle zanzare, dei moscerini rossi, andate a trovare Oliverio (il governatore calabrese del Pd, coinvolto in alcune inchieste giudiziarie ndr), fategli compagnia, chi si somiglia si piglia…”.
Ad accogliere Salvini a Catanzaro non sono stati solo i militanti della Lega, il cui numero è in crescita anche in Calabria, ma anche una contestazione che si è manifestata fin dalla mattinata, con l’esposizione su alcuni balconi del centro storico del capoluogo calabrese di striscioni di protesta. In una piazza diversa, anche se non molto distante da quella nella quale il leader della Lega avrebbe tenuto il comizio, il sindacato di base Usb, Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Articolo 1, Anpi e movimenti antagonisti hanno inscenato un sit-in per contestare l’arrivo di Salvini a Catanzaro: da questo presidio si sarebbero staccati alcuni manifestanti che hanno raggiunto la piazza del comizio di Salvini, iniziando a fischiare e a disturbare l’intervento del leader della Lega. “Mi hanno insegnato – ha quindi commentato dal palco Salvini – che quando non sei d’accordo, tu ascolti e parli dopo o ti togli dalle palle. Se pensate di fare paura a me, avete sbagliato persona. Ogni giorno mi arrivano minacce di morte, ma io non ho paura di nessuno. I fischi? Questo è uno dei motivi per cui stiamo combattendo la droga…. Qui cari compagni dei miei stivali non ci sono fascisti ma – ha concluso il leader leghista – italiani orgogliosi di essere italiani”.