Valli Cupe: Bova, “No affidamento gestione a privati senza bando”

Catanzaro  – «L’emendamento presentato dall’on. Tallini alla sua stessa proposta di legge diretta ad assegnare la gestione delle Valli Cupe a Legambiente Calabria sottraendola al Comune di Sersale, è la prova tangibile che quella proposta, per così come è confezionata, è irricevibile e rischia di generare sospetti di mire demagogiche. L’on. Tallini ha avuto l’indubbio merito di dedicare grande attenzione alle Valli Cupe proponendo la legge che ha incontrato il consenso unanime dell’intera Assise Regionale. Non vorrei che oggi, le dinamiche politiche territoriali, possano ispirare stravolgimenti nella gestione di questa stupenda perla calabrese». Lo afferma il consigliere regionale di Articolo 1 e presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Arturo Bova in merito salla proposta di legge a firma dell’esponente di FI circa l’assegnazione della gestione dell’area delle Valli Cupe a Legambiente Calabria (PdL 451/10), proposta che proprio oggi sarà in discussione in Commissione Ambiente. «Non ho il benché minimo dubbio – prosegue Bova – sulla capacità e professionalità di Legambiente Calabria di gestire e, al contempo, tutelare le Valli Cupe. Ma se l’intento è quello di assegnarne la gestione ad un privato, l’unica via è procedere alla stesura di un bando di evidenza pubblica, anziché procedere mediante assegnazione diretta ed esclusiva, per così come prospettato dall’on. Tallini. A questa annotazione formale – continua Bova – che sottende però ad un modo di intendere la politica a cui sono particolarmente legato, sono sicuro che saprà sicuramente dar risposta l’ufficio legislativo regionale, anche al fine di scongiurare la possibilità di ricorsi cui si esporrebbero la legge e gli atti consequenziali. Detto questo, però, non posso sottrarmi da una considerazione di carattere politico: la pagina che abbiamo scritto in Consiglio Regionale sulle Valli Cupe è destinata a restare ai posteri come esempio di buona pratica legislativa e di buna politica. L’affidamento della gestione al Comune di Sersale, infatti, era stata dettata da diverse e tutte nobili motivazioni: vi era il giusto riconoscimento alla popolazione locale che tanto entusiasmo e partecipazione aveva profuso nell’abbracciare l’avventura che consapevolmente percepiva come la più grande occasione e prospettiva di crescita futura; vi era il riconoscimento alla Municipalità intesa come istituzione che più di ogni altra è deputata a tutelare le bellezze paesaggistiche e naturalistiche ma, al contempo, anche le prospettive di sviluppo della propria comunità di riferimento; ma vi era anche la scommessa politica che questa grande sfida fosse anche l’occasione di formare e mettere in campo una classe dirigente all’altezza del compito assegnatole”.

 

“Personalmente – sottolinea Bova – ero favorevole sin dall’inizio a che tutti i Comuni, nel cui territori ricadesse l’area, non solo quello di Sersale, fossero presenti nel comitato di gestione, sia pure con un potere di voto proporzionale alla superficie di territorio interessato per ciascuno di essi. Avrei anche preferito che, sin dall’inizio, fossero anche coinvolte associazioni ambientaliste di rilevanza nazionale e non solo, così come l’Universit. Ero e sono convinto – continua Bova – che le future contese politiche dei prossimi anni in quel paradisiaco lembo di Calabria, debbano necessariamente incentrarsi sulle proposte di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico delle Valli Cupe. Quella sarà la vera posta in palio e il campo di confronto delle prossime tornate elettorali. E sarà lo sviluppo delle Valli Cupe che contribuirà a mettere in campo una squadra di amministratori locali degni del ruolo che andranno a ricoprire. Se non su questo, su cosa dobbiamo puntare e contare? Parliamo tanto di rilancio delle aree interne, di politiche di sostegno ai borghi di Calabria, e pensiamo che possiamo far tutto ciò estromettendo i sindaci e i Comuni? E dovremmo far ciò – conclude – proprio nel mentre la Regione Calabria ha fatto il più grande investimento della storia del regionalismo italiano, mettendo in campo due bandi per circa 140 milioni di euro proprio sul recupero e sulla valorizzazione dei borghi?».