Crisi: Tassone (Nuovo Cdu), ora governo che rafforzi democrazia

Catanzaro – “E’ in atto non solo una crisi di governo, che rientra nella normalità della dialettica politica, ma uno smottamento delle garanzie costituzionali, processo avviato nel 1994”. Così, in un post su Facebook, il segretario del Nuovo Cdu, Mario Tassone. “La questione – aggiunge – non si racchiude tra nascita di un nuovo governo o ricorso alle urne. La situazione è pericolosamente delicata. La democrazia liberale vive nella centralità del Parlamento depositario della sovranità popolare. Oggi questo è molto attenuato. Ai partiti, alle associazione,alla pluralità delle espressioni sociali si è sostituito il leaderismo. Non esiste partecipazione, ma condottieri che diventano capitani di ventura. Dal 1994 la nostra Costituzione è stata alterata, complici i sistemi elettorali che eliminando le preferenze hanno provocato la stagnazione della politica e lo svuotamento della partecipazione. Le continue aggressioni verso il Parlamento, che si trascinano da anni, sono il segno di restaurazione di antistoriche caste che nascono prive di senso civico. In questa fase bisogna evitare le elezioni anticipate. Bisogna fare un governo che inverta processi di illiberalità per recuperare obiettivi che rafforzino libertà e democrazia togliendo a molti il potere della loro ‘definizione’ e ‘interpretazione’”.
Secondo Tassone, “Salvini che rivendica i pieni poteri non deve scandalizzare più di tanto perché è la conseguenza della manomissione della Costituzione tra complicità e silenzi. Il dibattito al Senato è stato modesto e privo di una visione di insieme. La soluzione della crisi, quindi, non è tanto per fare un governo qualsiasi ma un esecutivo che serva a aprire una fase di agibilità democratica. Perché questo avvenga è necessaria la partecipazione di tutte le forze responsabili a partire da quelle che si richiamano ai valori del centro. Dopo tanti anni si ha oggi il riscontro che senza politica e con i soli capi c’è il precipizio. Ci siamo salvati nel passato. Bisogna formare una classe dirigente. Chi intende inseguire gli estremismi senza passione e cultura istituzionale perde l’appuntamento con la storia. E’ il momento della responsabilità. Noi faremo la nostra parte”.