‘Ndrangheta: Siclari, “Voti dagli Alvaro? Non c’è preferenza”

Catanzaro  – “Il totale dei consensi dati al centrodestra sono 86.440 voti complessivi in tutto il collegio. I voti, invece, che avrebbe dovuto portare al centrodestra il signore, secondo le indagini, riguardano i comuni di Sinopoli 435 pari a 63,41% dei votanti di quel comune, Sant’Eufemia 782 pari a 46,11% dei votanti di quel comune.I n quegli stessi comuni, però prendo meno voti del candidato del centrodestra alla Camera dei Deputati che ottiene a Sinopoli il 65.15% e a Sant’Eufemia il 48.08%. Quindi non capisco nemmeno l’eventuale vantaggio che avrebbe vantato o potuto vantare quel signore alla lista del Centrodestra al Senato”. E’ quanto afferma il senatore Marco Siclari, accusato dalla Dda di Reggio Calabria di aver preso voti dal clan Alvaro di Sinopoli. Siclari, stamane, ha difeso il suo operato con un lungo post sul suo profilo Facebook.
“In tutti i comuni della provincia – fa rilevare – le percentuali della Camera assomigliano a quelli del Senato. Quindi i cittadini hanno votato secondo volontà. Vorrei chiarire, inoltre, che non esiste la preferenza! Nessuno ha scritto Siclari nella scheda ma hanno votato o centrodestra, o centrosinistra o M5S. Per essere più chiari, bastava votare qualunque partito di destra (4 partiti) per votare automaticamente Siclari in quanto candidato unico della coalizione”.
Il parlamentare di Forza Italia poi afferma: “Mi viene spontaneo chiedersi “ome è possibile che un clan tra i più potenti al mondo avrebbe spostato dei voti (stiamo parlando di una probabile contestazione di pochi centinaia che non sembrano però esserci perché al Senato ci sono stati addirittura meno voti rispetto alla Camera in percentuale) per avere al “servizio”, nella peggiore delle ipotesi, un medico professionista e Senatore della Repubblica che non ha mai avuto ombre di questo tipo nella vita, che vive fuori dalla Calabria da 22 anni, per poi eventualmente chiedere in 24 mesi (ventiquattro lunghi mesi) il trasferimento di una persona (incensurata) da un ufficio postale all’altro? Un clan potentissimo in 24 mesi – scrive ancora- avrebbe invece potuto chiedere l’interessamento del Senatore verso appalti, banche o nomine importanti, società ecc e non un trasferimento di una ragazza di 27 anni da un ufficio postale all’altro (rispetto a cui, oltretutto non c’è traccia o prova o intercettazione alcuna di un mio interessamento) e che un clan potentissimo avrebbe potuto fare sicuramente da solo”.

Da cittadino onesto, continua Siclari, “sono rammaricato, pensavo di aver fatto del bene al nostro Paese e al nostro territorio, e pensavo che venisse apprezzato, invece sono stato considerato diversamente da come lavoro e vivo. Conservo il rispetto verso il lavoro dei magistrati e sono certo – continua – che ci sarà Giustizia. La mia elezione al Senato della Repubblica ha avuto importanti effetti collaterali devastanti, ingiustificabili e incomprensibili verso la mia persona e la mia famiglia. Di fronte alla mia coscienza, ai fatti accaduti realmente, alle parole di conforto degli avvocati, all’incoraggiamento dei tanti amici e colleghi parlamentari, ho deciso di lavorare come e più di prima a favore de nostro Paese e del nostro territorio calabrese. Per questo motivo oggi, nonostante la sofferenza che porto nel cuore, sarò in Senato a fare il mio dovere. In queste ore – afferma – sto continuando a lavorare sull’emergenza sanitaria nazionale del Coronavirus così come ho fatto nelle ultime 6 settimane offrendo massima collaborazione istituzionale e fattiva al Governo e al Ministro Speranza che ha recepito 5 proposte elaborate dal sottoscritto, su 14 punti approvato nell’ultimo Decreto del Consiglio dei Ministri”.