Sanità: Guccione e Graziano,revocare convenzione con Invitalia

Reggio Calabria – I consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Carlo Guccione sono i firmatari di una mozione ​sulla convenzione sottoscritta tra il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo nel settore sanitario in Calabria ed Invitalia in materia di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie. La mozione chiede al presidente e alla Giunta regionale di attivarsi presso il Presidente del Consiglio, il Governo e il Ministro della Salute “affinché si provveda all’immediata revoca della convenzione”.
“Il commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo nel settore sanitario nella Regione Calabria e Invitalia si legge nel testo della mozione – hanno sottoscritto un accordo in materia di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie; La facoltà di ricorrere a tale strumento è prevista dal DL 35/2019 (Decreto Calabria) sull’emergenza sanitaria; il predetto decreto ha scadenza il 31 ottobre 2020 (fra sei mesi). Considerato che – si legge – le precedenti convenzioni per investimenti in edilizia sanitaria come quella con Infrastrutture lombarde non hanno prodotto i risultati sperati rispetto alle risorse della Regione Calabria investite, aggravando ancora di più il debito sanitario; la convenzione in oggetto decade nel momento in cui non sarà più in vigore il Decreto Calabria; Invitalia nella Convenzione summenzionata – scrivono i due consiglieri – si avvale di gruppi di lavoro con consulenti esterni per svolgere le funzioni di committenza e progettazione e viene delegata ad acquisire le professionalità necessarie; nella convenzione si allega un lungo elenco di interventi di cui buona parte non sono ancora finanziati ma, solo programmati”.

La convenzione, invece, si evidenzia, “non considera opere già appaltate quali i tre nuovi ospedali (Sibaritide, Piana di Gioia Tauro, Vibo Valentia) e il Pronto soccorso di Crotone che a quanto pare si ritiene non abbiano bisogno di alcuna committenza; All’interno della suddetta convenzione è previsto l’impiego di numerose figure professionali esterne, palesandosi il rischio che la Regione, una volta decaduta la convenzione, debba assorbire giocoforza questa forza lavoro. La Calabria – si legge poi – ha la disponibilità di risorse considerevoli in materia di edilizia sanitaria, oltre ad avere ancora in fase di approvazione un nuovo accordo di programma quadro con il Governo centrale”.
Secondo i due firmatari “si prefigura un pericoloso sperpero di risorse pubbliche a danno dei cittadini calabresi e, quindi, di un servizio sanitario già di per sé in profonda fase di emergenza”.