Fase 2: Aieta, sanare incongruenze bando “Riapri Calabria”

Catanzaro – “Probabili incongruenze presenti nella preinformazione del bando rivolto alle imprese denominato ‘Riapri Calabria’”. Le segnala il capogruppo dei Democratici Progressisti in Consiglio regionale, Giuseppe Aieta, in una lettera all’assessore regionale Fausto Orsomarso con riferimento alla misura presentata ieri dalla Giunta Santelli per sostenere le micro-imprese calabresi nella fase 2. Aieta, che interviene “nel quadro di un clima di collaborazione utile alla Calabria”, rileva che “queste incongruenze inficeranno la finalità prevista dal bando finendo per penalizzare le imprese calabresi. Ritengo inadeguato che si richieda il Durc (documento di regolarità contributiva) alle imprese che intendono partecipare, in quanto è molto probabile che le stesse, proprio a causa del fermo attività dovuto al Covid-19, non siano riuscite ad onorare le scadenze con gli enti previdenziali”.

“Tale esclusione a priori – rileva il capogruppo di Dp – risulta essere in completa contraddizione con il bando stesso”. Per Aieta, poi, “al fine di snellire le procedure e non caricare le imprese di ulteriori oneri, è utile eliminare l’obbligo di certificazione da parte di un professionista del ‘fabbisogno di liquidità’ e di procedere con una autodichiarazione ai sensi del dpr 445/2000 nella quale il legale rappresentante ne dichiari l’esistenza. Risulta non efficace utilizzare la procedura di accettazione delle domande ‘fino ad esaurimento delle risorse disponibili’ o meglio conosciuto come modalità ‘click day’, in quanto – rimarca il capogruppo dei Democratici Progressisti – tale procedura risulta discriminatoria e non equa rispetto alle imprese che presentino la domanda un istante dopo, magari per problemi di connessione o similari, non certamente addebitabili al merito imprenditoriale”. Secondo Aieta “qualora non si dovesse procedere a modificare il bando rispetto alla preinformazione, risolvendo le problematiche evidenziate, lo stesso risulterebbe non idoneo a soddisfare la reale esigenza delle imprese calabresi vittime di colpe non proprie”.