Granato: No al “super Green pass”

Roma – “Ceduti i beni pubblici, si passa ai corpi degli Italiani”. Un intervento molto duro e deciso quello della senatrice Bianca Laura Granato in aula sul cosiddetto “super Green pass” che estende l’obbligo di esibire la certificazione verde in tutti il luoghi di lavoro e di interesse culturale e sociale. Quali interessi reali si celano dietro questa pandemia, si chiede la senatrice Granato. “Stiamo subendo pressioni enormi, difficili da spiegare e da giustificare razionalmente, per l’assunzione di farmaci che hanno seguito un trial pre-clinico meno accurato di quello di un qualunque cosmetico e che si vogliono spacciare per efficaci e sicuri, non con dati scientifici, ma con statistiche suggestive rilevate su campioni improbabili, senza mai fornire dati grezzi – afferma ancora la senatrice in aula -. Parliamo di farmaci la cui assunzione dovrebbe prevenire il Covid, ma che invece lasciano circolare tranquillamente il virus e quindi i contagi anche dopo la terza dose come risulta in numerose strutture sanitarie in cui ogni giorno si manifestano focolai anche molto estesi. Finora, senza nessuna garanzia, l’unica certezza è doversi assumere l’alto rischio dell’inoculo, tutt’altro che sicuro: parliamo di oltre due milioni di eventi avversi e di oltre 27.000 decessi rilevati da EudraVigilance”.

“Un obbligo che porta a cosa? All’immunità di gregge? Manco per niente – afferma ancora Granato -. Ad una dipendenza da dosi successive somministrate non in base all’effettiva esigenza di tutelare le persone, ma all’esigenza logistica dei somministratori. Intanto oltre 2 miliardi di euro del nostro bilancio sono stati messi a disposizione di nuovi acquisti di questi prodotti, dando a quei 26 morti di Covid al giorno un peso logistico ed economico decisamente sproporzionato rispetto ai 613 e dei 490pazienti che muoiono rispettivamente di patologie cardiovascolari e tumorali. Oltretutto,in presenza di terapie ormai sicure ed efficaci e anche economiche contro il Covid, ci dobbiamo affidare alla roulette russa dei cosiddetti vaccini studiati meno di un cosmetico. Tutti i giorni viviamo la tragedia delle ambulanze demedicalizzate, per cui il 118 non esiste più di fatto, ma l’emergenza in Italia sono quei 4.000 contagi al giorno e i 26 morti al giorno di Covid? Ma chi vi autorizza a dare la priorità a delle patologie piuttosto che ad altre? Chi vi ha detto di puntare su una terapia preventiva così evanescente, costosa e rischiosa per il contrasto al Covid? Chi vi ha autorizzato a prendere impegni per 2.8 milioni di euro per dosi semestrali senza studi clinici? La risposta a queste domande va purtroppo lasciata alle procure, ma in parte sicuramente si trova nei lunghi omissis dei contratti, completamente secretati e rispetto ai quali abbiamo solo una certezza: che le Big Pharma non risponderanno degli eventi avversi correlati a quei prodotti”.

“Ma il governo crede di aver già risolto il problema scaricando la responsabilità sui cittadini attraverso il cosiddetto “consenso informato”, dopo aver disinformato e imposto l’inoculo di questi farmaci col ricatto economico, cosa che non avviene negli altri Paesi UE dove l’alternativa dei tamponi è gratuita. Questo ci tocca subire non più da cittadini, ma da sudditi – conclude Granato -. Draghi, dopo aver svenduto ai privati i beni dello stato è insomma passato senza colpo ferire alle vite umane. Per lui, e per questa maggioranza servile e prona che ha tradito il mandato popolare, siamo diventati cittadini a diritti civili e umani condizionati al possesso di un QR Code. Siamo tutti orgogliosi di ostentare la nostra tessera di obbedienza: siamo bravi cittadini e non parassiti solo se abbiamo accreditato a nostro rischio e pericolo la tangente di stato versata dal governo alle multinazionali del farmaco. A tutti i parlamentari di questa maggioranza che si stanno facendo complici di questa politica criminale, di questa involuzione della società italiana imposta a colpi di decreto attraverso la distruzione dei diritti e di una civiltà, conquiste di oltre 75 anni di democrazia, mi limito a far notare la fine che hanno fatto i sindacati confederali, quando hanno indossato la giacca e la cravatta e hanno abbracciato il tecnocrate delle multinazionali: sono stati masticati e sputati, perché ormai, avendo perso qualsiasi credibilità, non servono più. Siamo l’unico Paese occidentale in cui il diritto al lavoro è subordinato ad un adempimento sanitario che non garantisce sicurezza, attraverso una campagna di odio e con misure discriminatorie senza precedenti. E se va tutto bene, manteniamo lo stato di emergenza perché deve continuare così, se i contagi aumentano, manteniamo lo stato di emergenza per rimediare! Insomma non stiamo obbedendo a diktat sanitari assurdi e pericolosi per tornare alla normalità, ma per andare avanti all’infinito, consentendo a degli abusivi di portarci alla bancarotta e alla perdita di qualsiasi diritto e libertà. Se si obbedisce non andrà tutto bene! Conte ci ha ingannato, perseverare diabolicum. Votiamo NO a questo obbrobrio legislativo”.