Reggio Calabria – “Il prossimo avvio del restyling del tratto Campo Calabro – Reggio dell’A3, per un importo di 58 milioni di euro, non puo’ che essere accolto con soddisfazione anche perche’ l’Anas, finalmente, si e’ ricordata dell’obbligo di adeguare il tratto finale, quello che attraversa il territorio della Citta’ metropolitana, di un’arteria che, cantiere aperto per oltre vent’anni, e’ stata una delle cause del mancato sviluppo del territorio calabrese”. Lo afferma il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, il quale sottolinea che “questa decisione rischia di diventare un boomerang se la Regione Calabria, l’Anas e Trenitalia non adotteranno accorgimenti per limitare i disagi a migliaia di utenti della strada che quotidianamente dovranno raggiungere la citta’ capoluogo”. Ed indica dei servizi alternativi, come una navetta su rotaia tra la stazione ferroviaria di Villa San Giovanni e Reggio – Omeca. “Le pregresse esperienze, purtroppo, non lasciano spazio a rosee previsioni: per questo siamo preoccupati e lanciamo un appello per impedire che nei prossimi due anni Reggio piombi nel caos che metterebbe, ancora di piu’, in ginocchio l’asfittica economia di questa parte della provincia. Mentre chiedo – dice ancora il Presidente Raffa – interventi tendenti a mitigare i disagi, auspico che l’ Anas, diversamente da come ha fatto durante il lungo periodo di ammodernamento di quest’arteria, non occupi il territorio costringendolo all’emarginazione, ma provveda ad attuare adeguate opere di compensazione a beneficio dei comuni interessati dal sovraccarico della viabilita’ alternativa, comunale e provinciale. Su quest’aspetto e per impedire il ripetersi di una nuova colonizzazione del reggino, l’Amministrazione provinciale si fara’ promotrice di rilevanti iniziative, a cominciare dalla richiesta di un incontro con il Consiglio di Amministrazione dell’Anas. La presenza nel nuovo CdA della professoressa Francesca Morace – docente dell’Universita’ Mediterranea, esperta e studiosa delle dinamiche dell’area dello Stretto – rappresenta la nostra migliore garanzia per impedire che durante i due anni di lavori si ripetano quelle criticita’ che per tanto tempo hanno penalizzato intere generazioni e pregiudicando qualsiasi ipotesi di sviluppo del territorio”.