Reggio: vescovo Morosini scrive ai detenuti

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Reggio Calabria – Il vescovo della diocesi di Reggio Calabria – Bova , Giuseppe Fiorini Morosini, scrive una lunga lettera aperte ai detenuti, con la quale annuncia che verrano prese delle inzitive con i Cappennali delle Crceri, in occasione  del prossimo Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco e che, per “l’appunto,  – spiega nella lettra – inizierà il prossimo 8 dicembre”. A spingere Morosini a prendere questa inziativa ed ai scrivere i detenuti è stata “la triste vicenda del suicidio, l’altro giorno, nel Carcere di Arghillà, mi ha spinto a farlo subito. Solo qualche commento – si legge nella lettera – è stato fatto su quella morte, quasi fosse stata una morte naturale. Dinanzi a quella salma Chiesa e Società abbiamo raccolto un fallimento della nostra azione nelle Carceri. La disperazione ha prevalso sulla certezza della misericordia e del perdono.Vi scrivo, pertanto, per darvi speranza”. Morosini nella lettera inoltre spiega che  “con la celebrazione di questo Giubileo il Papa ha voluto ancora una volta presentare il volto materno della Chiesa, che, a sua volta rivela quello misericordioso di Dio. Scrive Papa Francesco nel documento di indizione del Giubileo: L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto – scrive ancora – della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia.

“La credibilità – prosegue Morisini –  della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. La Chiesa ‘vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia’. So quanto sia difficile aprire con voi e su di voi un discorso sulla misericordia, in un contesto culturale e mediatico esasperato da un concetto di giustizia, che alcune volte ha solo il sapore amaro e sterile della vendetta. È lo stesso Papa che lo afferma citando le parole di S. Giovanni Paolo II: La mentalità contemporanea, forse più di quella dell’uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende altresì ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio l’uomo, il quale, grazie all’enorme sviluppo della scienza e della tecnica, non mai prima conosciuto nella storia, è diventato padrone ed ha soggiogato e dominato la terra (cfr Gen 1,28). Tale dominio sulla terra, inteso talvolta unilateralmente e superficialmente, sembra che non lasci spazio alla misericordia. Ma, a costo di essere frainteso, io voglio farlo, richiamandovi alla mente alcuni valori e impegni cristiani, che dovranno essere vissuti in questo prossimo Giubileo della misericordia”.

E Morosini,  poi, spiega che fa tutto ciò “nella prospettiva di offrire a tutti l’occasione della misericordia, secondo quanto scrive il Papa: La parola del perdono possa giungere a tutti e la chiamata a sperimentare la misericordia non lasci nessuno indifferente. Il mio invito alla conversione si rivolge con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita.   Carissimi, – aggiunge –   se mi sarà concesso dalle autorità, durante questo Anno Giubilare della Misericordia, verrò a visitarvi nelle carceri, a confessarvi io stesso, almeno alcuni di voi. Sogno, lo spero, e per questo prego, che in questo anno nella nostra Diocesi di Reggio Calabria-Bova ci sia qualche segnale forte di dissociazione dalla ‘Ndrangheta. Siate coraggiosi! Fatelo! Ciò significa essere uomini coraggiosi e veri cristiani. Sarà il primo di tanti altri passi, che cambieranno la nostra Città e la nostra Regione. Lo spero e prego per tutti voi, mentre vi benedico di cuore”.