Ansaldo: Landini, chiediamo un impegno esplicito per il futuro

Ansaldo

Reggio Calabria – “Un impegno esplicito per il futuro”. E’ quanto chiede da Reggio Calabria il segretario della Fiom-Cgil Maurizio Landini, alla nuova proprieta’ dell’Ansaldo, cenduta recentemente da Finmeccanica alla giapponese Hitachi che conseguentemente controlla ore lo stabilimento Omeca della citta’ dello Stretto.
“Abbiamo un incontro proprio il 24 – ha detto Landini ai cronisti rispondendo alle domande sul cambio di proprieta’ – come Fiom abbiamo posto il tema di avere chiari impegni sul piano degli investimenti, delle politiche industriali e del futuro. Come noto – ha aggiunto Landini – noi eravamo contrari alla vendita di Ansaldo, pensiamo che sia stato fatto un errore visto che parliamo di un’azienda pubblica. Continuiamo a pensare che sarebbe stato utile costruire un polo pubblico dei trasporti, con un ruolo anche diverso del pubblico, cosi’ non e’ stato. Oggi – ha proseguito Landini – chiediamo a questa nuova proprieta’ che oltre a garantirci per i prossimi tre anni, visto che ci sono commesse e lavoro, ci sia in realta’ un impegno esplicito affinche’ rimanga nel futuro una capacita’ di produrre treni, di fare sistemi di controllo, di produrre metropolitane nel nostro Paese, visto che qui c’e’ una capacita’ molto forte e quindi – ha sottolineato – questo per noi e’ il punto decisivo che dev’essere sciolto per poter giungere a un’intesa condivisa che tuteli l’occupazione e le condizioni di lavoro delle persone”. Secondo Landini, “il fatto che aziende pubbliche come Finmeccanica arrivino per far quadrare i propri bilanci a vendere attivita’ importanti come queste fa riflettere, perche’ basta pensare che negli altri paesi importanti europei su settori strategici le imprese pubbliche ci sono, si mantengono e si qualificano. Credo che questa logica – ha aggiunto Landini – sia alla lunga un elemento che possa impoverire la nostra economica. In questo se ragioniamo di Mezzogiorno, e’ chiaro che se non c’e’ una ripresa degli investimenti e se non c’e’ una visione, non solo che il Mezzogiorno e’ nell’Italia, ma che tutta l’Italia e’ nel sud dell’Europa e quindi se non si pensa al nostro paese come un polo logistico e produttivo che puo’ essere nel rapporto col Mediterraneo un elemento di rilancio, e se non si pensa al Paese e agli investimenti che sono necessari sul piano delle infrastrutture ma anche dei prodotti, senza una visione di questo genere credo che non risolviamo i problemi. Questa – ha concluso il segretario nazionale Fiom-Cgil – e’ la rivendicazione che i sindacalmente facciamo, per questo pensiamo che vada difeso tutto cio’ che c’e’ del sistema industriale perche’ ogni cosa che e’ persa e’ persa, ma per costruire qualche cosa di nuovo c’e’ bisogno anche di intervento pubblico, e noi questo lo vediamo debole e totalmente insufficiente”.