Reggio Calabria – Avrebbe informato alcuni indagati dell’esistenza di un’inchiesta a loro carico. Con l’accusa di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta, e’ stata arrestata una donna di 52 anni, Maria Angela Marra Cutrupi, impiegata a tempo determinato “e con mansioni esclusivamente esecutive”, all’ufficio Gip del Tribunale di Reggio Calabria. La donna e’ fra i destinatari delle 19 misure restrittive eseguite stamane dalla Polizia nell’ambito dell’operazione “Sistema Reggio” coordinata dalla Dda.
Con la presunta “talpa” e’ finito in manette, con la stessa accusa, il marito della donna, Domenico Nucera, al quale la moglie avrebbe rilevato le informazioni coperte da segreto, apprese negli uffici giudiziari, che sarebbero poi state riferite dall’uomo al fratello Carmelo Salvatore Mucera. Quest’ultimo e’ stato arrestato con un’altra persona, Giovanni Carlo Remo, per concorso esterno in associazione mafiosa. I due, secondo l’accusa, avrebbero aiutato e rafforzato le cosche di Santa Caterina assicurandosi la protezione della ‘ndrangheta in relazione all’apertura del bar “Ritrovo Liberta’” (nuova denominazione dell’ex bar Malavenda) intestato a Nucera e gestito da quest’ultimo in societa’ di fatto con Remo, “riconoscendo alla ‘ndrangheta – sostengono gli inquirenti – il potere di regolamentazione dell’accesso al lavoro privato in relazione all’assunzione di alcuni dipendenti “graditi” alle cosche e la potesta’ di regolamentazione dell’esercizio del commercio e, piu’ in generale, il controllo sulle attivita’ economico-produttive del quartiere Santa Caterina di Reggio Calabria”.