Reggio C.: D’Ascoli e Pizzimenti (Fi) la citta’ affonda

Reggio Calabria – “Le condizioni di declino che la città di Reggio Calabria sta attraversando, hanno assunto una dimensione talmente plumbea e tenebrosa che i reggini la ricorderanno come la stagione politica più buia, improduttiva e rovinosa che la città abbia attraversato”. Lo dichiarano il consigliere Comunale di Forza Italia Giuseppe D’Ascoli e Nuccio Pizzimenti, esponente politico del medesimo partito. “Al degrado generalizzato e diffuso in cui la città è immersa – dichiarano i due esponenti politici azzurri – adesso si è aggiunta pure la sentenza n° 18 del 2019 della Consulta che, definendo “incostituzionale” la decisione dell’Amministrazione Comunale di spalmare in trent’anni anziché su dieci il rientro del debito, anche se tale decisione era stata assunta aderendo ad una legge varata dall’allora Governo amico, questa sentenza, per il Sindaco Falcomatà, sotto l’aspetto politico si potrà trasformare in un pericoloso nodo scorsoio. Non sappiamo quale sarà il risultato del disperato tentativo del Sindaco Falcomatà di coinvolgere il Governo nazionale sulla vicenda, fatto sta che il pericolo del dissesto è ormai dietro l’angolo. Altre volte abbiamo definito il primo cittadino come un Sindaco fantasma poiché di fronte ai problemi veri e drammatici della città, non riuscendo a dare ai cittadini nessun tipo di risposta, ha preferito trincerarsi dietro un assordante silenzio. Se questa volta lo paragoniamo a Morfeo, il dio del sonno, l’accostamento non rappresenta sicuramente un azzardo. Il primo cittadino aveva pensato che da solo avrebbe cambiato il volto alla città, ma nonostante i consigli e i suggerimenti forniti dalla sua arroganza e sufficienza, compagni inseparabili della sua vita, non è riuscito ugualmente a risollevare la città dalle condizioni paludose in cui l’hanno lasciata i Commissari Prefettizi. In quattro anni di consiliatura il Sindaco Falcomatà non è riuscito ad individuare nessun progetto di spessore destinato ad alimentare l’economia cittadina e offrire ai tanti giovani disoccupati l’opportunità di trovare, proprio nella città di residenza, una collocazione lavorativa. Tutto è rimasto pericolosamente e drammaticamente stagnante come lo era quattro anni fa. Il primo cittadino, con le sue dichiarazioni programmatiche pronunciate nell’aula del Consiglio Comunale, aveva promesso ai cittadini che con le sue “pozioni magiche” e le sue alchimie avrebbe trasformato la città in una grande metropoli, invece, dopo quattro anni di consiliatura, dobbiamo amaramente registrare che non è riuscito a gestire nemmeno l’ordinaria amministrazione. Nonostante il primo cittadino fosse a conoscenza che le finanze del
Comune si trovassero in una situazione difficile, invece di manifestare attenzione e parsimonia nelle spese, non ha esitato ad assumere nel suo staff un numeroso gruppo di persone esterne, quando avrebbe potuto individuare, tra il personale interno, i funzionari di sua fiducia da impiegare come staff e magari destinare queste ingenti somme a sostituire gli ormai vecchi ed obsoleti apparati informatici utilizzati dai dipendenti e migliorare il funzionamento della macchina burocratica del Comune. Se a tutte queste cose aggiungiamo pure che il Sindaco della “svolta”, della legalità, della trasparenza e della democrazia è stato rinviato a giudizio dalla Procura reggina assieme a quasi tutta la prima Giunta Municipale per la vicenda legata all’albergo “Miramare”, ogni ulteriore commento sull’agire politico-amministrativo del primo cittadino appare superfluo. Anche se su questa vicenda il Sindaco Falcomatà si è sempre dimostrato sicuro e a tratti spavaldo, il processo e la recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha imposto il piano di rientro in dieci anni, potrebbero invece porre drammaticamente fine ad una gestione politica della città che la stragrande maggioranza dei reggini ha bollato e definito disastrosa da parecchio tempo. Quello che più sconcerta e rattrista di fronte alle condizioni di degrado in cui versa la città, è il silenzio del Sindaco Falcomatà che, come Morfeo, continua a dormire e sognare, mentre la città affonda”,concludono Giuseppe D’Ascoli e Nuccio Pizzimenti.