A/3: Giudiceandrea, riaprire tratto sequestrato in tempi brevi

Giuseppe Giudiceandrea

Giuseppe Giudiceandrea

Catanzaro – “E’ trascorso un mese da quando la quinta campata della carreggiata sud del viadotto Italia e’ crollata trascinando con se’ il giovane operaio dipendente della impresa Nitrex. Un pezzo di una autostrada, gia’ di per se’ disastrata, che sovrasta il fiume Lao ad una altezza di circa 260 m, costruito nel 1964 tra i comuni di Laino Borgo e Laino Castello e che detiene il primato di ponte piu’ alto d’Italia e secondo in Europa. Ad onor del vero, questi primati, ai calabresi non interessano; quello che realmente ora ci riguarda e’ il fatto che oltre alla tragedia avvenuta, la Calabria e’ da troppo tempo isolata dal resto della nazione”. Lo afferma il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea (Democratici Progressisti. “Sinceramente – dice Giudiceandrea – le dichiarazioni dei responsabili di Anas e Italsarc vanno contro quelli che si sono rilevati i fatti evidenti. Noi piu’ volte abbiamo tentato di avere un incontro proprio con i vertici dell’Anas senza avere risposte in merito. So che sono in corso i sopralluoghi dei consulenti nominati dalla procura di Castrovillari, per verificare la stabilita’ del viadotto ma i tempi lievitano di giorno in giorno proprio a causa di verifiche, alcune delle quali, quelle fotografiche ad esempio, potrebbero essere effettuate in un solo giorno facendo semplicemente uso di un drone. Teniamo conto che la stagione turistica e’ alle porte e in questa situazione, la Calabria rischia di diventare la terza grande isola italiana, tagliata via dal resto del Paese. Abbiamo bisogno di tempi rapidi e accelerare le procedure di dissequestro anche perche’ le strade alternative come la statale 18, o quelle interne ai due comuni, non sono adeguate al flusso dei mezzi pesanti che si sta verificando ora e all’aumento della circolazione che avverra’ con la prossima stagione estiva. Si profila inoltre il rischio di un intreccio di indagine con l’inchiesta di Firenze sulle Grandi Opere e che ha portato all’arresto dello stesso Perrotti, il super dirigente del Ministero dei Lavori pubblici ; dunque l’incognita dei tempi. Dobbiamo essere certi della sicurezza della struttura prima di predisporne la riapertura, ma senza aspettare tempi biblici. Tutte le verifiche del caso – conclude – possono e devono essere effettuate in tempi brevi perche’ la Calabria torni ad essere parte integrante del nostro Bel Paese