Scuola: Bevacqua (Pd), necessaria riflessione

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Catanzaro – “La partecipazione massiccia allo sciopero degli insegnanti, registrata in provincia di Cosenza e in tutto il paese, impone una riflessione da parte del Governo sulla opportunita’ di aprire un dibattito franco e leale con il mondo della scuola” Lo ha dichiarato il consigliere regionale Mimmo Bevacqua che gia’ nei giorni scorsi , dalla pagina del suo profilo facebook, riflettendo sulla “buona scuola” di Renzi, aveva avanzato perplessita’ “sulle nuove prerogative dei dirigenti scolastici che – ha detto Bevacqua – appaiono esorbitanti e potenzialmente pericolose”.
“Il rischio, reale – ha sottolineato l’esponente del Pd – e’ che docenti e personale Ata siano privati di adeguate garanzie, di fronte alla insindacabilita’ delle valutazioni di presidi e direttori che, potrebbero tradursi in scelte arbitrarie e comportamenti discriminatori. Un confronto con le parti sociali, in questo momento – ha sottolineato il consigliere regionale – e’ piu’ che opportuno anche per veicolare i contenuti di una riforma, tanto attesa ma forse, poco conosciuta nei suoi contenuti reali. Una riforma meditata e che tenga conto dei rilievi dei diretti interessati e’ di per se’ garanzia di un percorso ottimale; al contrario, una riforma confusa potrebbe essere all’origine di una decostruzione dell’intero sistema che, malgrado tutto, ha garantito in questi anni, all’Italia una degna posizione fra i paesi piu’ avanzati del mondo. Si impone quindi una riapertura del confronto – ha aggiunto Bevacqua – con chi, in questi decenni ha sostenuto la scuola con senso di responsabilita’, competenza e tanta, tanta dedizione. Nella riforma devono trovare giusta collocazione le aspettative del precariato, le attese di modernizzazione di studenti e genitori, le speranze di riconoscimento del merito dei docenti. Sono sicuro che il governo Renzi – ha concluso l’esponente regionale del PD – che ha mostrato sin da subito sensibilita’ e attenzione verso il mondo della scuola, sappia trovare la sintesi piu’ esaustiva tra le esigenze di rinnovamento, le richieste dei docenti, le aspettative di alunni e genitori e l’irrinunciabile principio costituzionale che sancisce il diritto all’istruzione e impone alla Repubblica l’istituzione di scuole statali di ogni ordine e grado”.