Regione: ddl Sculco per doppia preferenza genere

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Reggio Calabria – La proposta di legge sulla promozione della parita’ di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali, annunciata nella seduta consiliare in cui e’ stato approvato l’emendamento che introduce nello Statuto l’obbligo di avere in Giunta regionale almeno il 30 per cento di donne, e’ stata depositata, questa mattina, nella Segreteria Generale, dalla consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco. La proposta di legge, che consta di due articoli e non prevede alcun onere finanziario a carico del bilancio regionale, si muove in attuazione dei principi di cui agli arti 3, 51, primo comma, 117, settimo comma, e 122 Cost, nonche’ del comma 2 dell’art. 38 dello Statuto regionale, secondo cui “La legge regionale promuove lo parita’ di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. “L’obiettivo – spiega Flora Sculco- e’ garantire, nel sistema elettivo regionale, il principio di equilibrio di entrambi i generi. Si tratta di un principio ormai consolidato nella giurisprudenza europea e costituzionale, presente nella maggior parte degli Statuti regionali e degli enti locali, nei Consigli e nelle Giunte delle autonomie territoriali, nonche’ delle Regioni. Una priorita’ ormai imprescindibile per ragioni di democrazia e di civilta’ giuridica e sociale, ma anche in considerazione dell’esito delle ultime consultazioni elettorali che hanno visto giungere agli scranni consiliari della Regione Calabria solo una donna”.

“La proposta – spiega Flora Sculco – si pone in linea con la legge 215/2012 (Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunita’ nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni), nonche’ con il novellato art. 35 dello Statuto che introduce la misura minima del 30 per cento per la rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale. Tale proposta di legge, quindi, riforma la legge regionale 1/2005, in modo che anche la Regione Calabria assicuri ‘pari opportunita’ tra donne e uomini’ (art. 51 Cost.) e che il sistema elettorale calabrese promuova ‘la parita’ di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive’ (art. 117, settimo comma, Cost). Si tratta – conclude la consigliera regionale – di una facolta’ aggiuntiva, che introduce ‘…una norma riequilibriatrice volta ad ottenere, indirettamente ed eventualmente, il risultato di un’azione positiva. Tale risultato non sarebbe, in ogni caso, effetto della legge, ma delle libere scelte degli elettori, cui si attribuisce uno specifico strumento utilizzabile a loro discrezione (Corte cost. sent. n. 4/2010). In particolare, l’art. 1 modifica il comma 2 dell’art. 2 della legge regionale 1/2005 prevedendo che, in caso di espressione di due preferenze, una debba riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, a pena di annullamento della seconda preferenza. L’art. 2 prevede, poi, l’adattamento delle schede di votazione al correlato principio di parita’ di accesso di uomini e donne alle cariche elettive regionali”.