Reggio Calabria – Disco verde alla proposta di legge 26/10, “Disposizioni urgenti per l’attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge Delrio” (rapporto Regione-Province). Il parere favorevole all’unanimita’ e’ stato fornito dal competente organismo: la prima Commissione “Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento”, presieduta dal consigliere Franco Sergio. Al placet si e’ giunti dopo l’esame dell’articolato e degli emendamenti depositati, alla presenza del direttore generale del Dipartimento Organizzazione, Risorse Umane-Controlli, Luigi Bulotta e del Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione, Gaetano Pignanelli, ed a conclusione del processo di concertazione che si e’ arricchito oggi dei contributi del presidente della Provincia Giuseppe Raffa e del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomata’. I massimi rappresentanti di Provincia e Comune hanno ribadito “l’importanza di avviare un percorso che possa essere il piu’ possibile condiviso e partecipato anche rispetto al progetto di Area integrata dello Stretto ed in relazione allo status di Citta’ Metropolitana che va adesso riempito di contenuti. Prospettive queste che rappresentano occasioni di sviluppo e di rilancio per tutto il territorio regionale soprattutto se si sapra’ intervenire sanando i punti deboli e valorizzando il sistema infrastrutturale e dei trasporti che vedono al centro il porto di Gioia Tauro e l’aeroporto dello Stretto”. “Soddisfatto” il presidente Franco Sergio ha commentato: “Oggi abbiamo posto un importante tassello nel segno delle riforme. Con l’approvazione di questa proposta normativa della Giunta, onoriamo le esigenze piu’ urgenti – in particolare, con riguardo al personale – stabilite dalla legge Delrio che ha dettato le regole per il riordino delle funzioni degli Enti territoriali con l’intenzione di ridisegnare il sistema delle autonomie locali”.
“Giungiamo a conclusione di un percorso – ha sottolineato il presidente Sergio – con la consapevolezza di aver seguito, in linea con quanto stabilito dalla legge 56, un’impostazione di concertazione tra i vari livelli di governo coinvolti e di aver consumato tutti processi partecipativi, con l’audizione di Upi, Anci, organizzazioni sindacali e rappresentanti degli Enti interessati. Dopo il relativo passaggio in Commissione ‘Bilancio’ – ha aggiunto – l’ultima parola spetta all’Assemblea, chiamata ad approvare definitivamente il provvedimento nel rispetto dei tempi stabiliti. E contestualmente – ha concluso il presidente dell’organismo – auspico l’apertura di una discussione mirata all’approvazione della legge-quadro regionale definitiva, al fine di renderla completamente operativa entro il 31 dicembre 2015”. La proposta di legge, in sintesi, prevede che la Regione riassuma nell’ambito delle proprie competenze amministrative quelle stesse funzioni che erano state in precedenza conferite alle Province per effetto della legge 34/2002, con la conseguenza che il relativo personale transita nei ruoli della Giunta secondo le modalita’ previste nella legge 56/2014. L’art. 2 stabilisce che le funzioni connesse alle materie “agricoltura, caccia e pesca” e “formazione professionale” vengano esercitate direttamente dalla Regione, mentre tutte le altre di cui alla legge n. 34 del 2002 – pur trasferite alla Regione ai sensi dell’art. 1 – continuino ad essere svolte ed allocate presso le Province anche sulla base di apposite convenzioni, unitamente alle risorse umane e strumentali. L’art. 3 della legge consente in via straordinaria, per ragioni finanziarie o gestionali – previa stipula di apposita convenzione tra l’Ente interessato e la Giunta regionale – il passaggio di funzioni di cui all’art. 2 direttamente nell’ambito organizzativo della Regione con conseguente allocazione del relativo personale presso la medesima Regione. Alla seduta hanno fornito il loro contributo i consiglieri regionali Nazzareno Salerno (Fi), Arturo Bova (Democratici Progressisti), Sinibaldo Esposito (Ncd) e Michelangelo Mirabello (Pd). Presenti anche il vice presidente ed il direttore generale della Provincia di Reggio Calabria, rispettivamente Giovanni Verduci e Antonino Minicuci.