Sud: Battaglia (Pd), risposte efficaci o ecatombe sociale

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Reggio Calabria – “Altro che piagnistei, il Sud descritto dalla Svimez e, prima ancora, dal settimanale The Economist, rasenta l’ecatombe sociale. Forse i dati su cui si e’ discusso non rappresentano per intero la drammaticita’ di alcune aree svantaggiate che in Calabria sopportano da troppo tempo l’emarginazione programmata e la disattenzione delle istituzioni nazionali. Non prenderne atto, da parte del Governo e delle Regioni, per darsi velocemente una mossa e organizzare risposte efficaci ai bisogni, sara’ una iattura per il Governo Renzi e il nostro partito”. Domenico Battaglia, consigliere regionale del Pd, e’ convinto che “Con un Mezzogiorno a guida Pd, il banco di prova per Renzi e il Governo, se non accadra’ nulla per invertire la tendenza al declino, alle prossime elezioni politiche sara’ proprio il Mezzogiorno. E saranno dolori! Queste cose le ho anche esposte nel corso della riunione di maggioranza dell’altro giorno col presidente Oliverio, ma credo che sia giunto il momento di dare una sterzata a quanto fin qui fatto e spingere, assieme a tutte le altre Regioni del Mezzogiorno, per indurre Governo e Parlamento ad organizzare un piano d’interventi a favore di un’area in cui vivono 20 milioni di cittadini. A mio avvio – aggiunge Battaglia – proprio il Presidente della Regione Calabria, il cui territorio e’ il piu’ povero del Paese, ha il compito di ergersi alla guida di una protesta-proposta meridionale che dia risultati nel piu’ breve tempo possibile. Sui fondi comunitari non c’e’ dubbio che le Regioni debbono fare di piu’ e meglio, ma e’ altrettanto vero che si tratta di risorse sostitutive e che l’investimento ordinario, in particolare nel welfare, nelle infrastrutture, nella formazione del capitale umano, per lo sviluppo ed il rilancio dell’occupazione, e’ andato sempre diminuendo e che oggi, a causa di tagli lineari, gli stessi comuni del Mezzogiorno sono privi di risorse e impossibilitati persino a garantire gli asili nido”.

“Insomma – incalza Battaglia – il Mezzogiorno e’ in panne e paga il costo di abbandoni politici eclatanti, se e’ vero che non si discute con serieta’ dell’Italia del Sud da quando al Governo c’era Romano Prodi. Percio’, serve una terapia d’urto che ci veda protagonisti, Giunte regionali e Consigli, nell’affermare le ragioni di una battaglia per la ‘messa in sicurezza’ del Mezzogiorno e la cui gravita’, data dal combinato disposto poverta’ crescente e disoccupazione galoppante, Renzi aveva ben intuito, quando asseri’ che la Calabria e’ la madre di tutte le battaglie. Soltanto che alle parole e’ fondamentale che seguano fatti, e fatti di una certa rilevanza. Penso a Gioia Tauro: dopo anni di discussione sulla Zes, ancora non se n’e’ fatto niente e la pratica non e’ giunta neppure sui tavoli comunitari e nel frattempo spunta il piano Delrio che rischia di mettere in ombra il porto calabrese. Penso al turismo: acclarato che importanti flussi turistici non andranno, come negli anni scorsi, in direzione dell’altra sponda del Mediterraneo, occorrerebbe che il Mezzogiorno si organizzasse per intercettarli, mettendo cosi’ a profitto i propri giacimenti naturalistici e culturali. Ad incominciare dalla Calabria, piuttosto che riacutizzare il disagio nel rapporto col Governo per vicende specifiche, che ci vedono senz’altro dalla parte di chi sta subendo torti e violazione di prerogative costituzionali, e’ necessario unire le forze, politiche, imprenditoriali e sociali e, contemporaneamente, aggregare, attraverso un’iniziativa che veda il presidente Oliverio come capofila, tutte le altre forze meridionali, per far intendere a chi non l’avesse capito che non e’ sufficiente asserire che il Paese non cresce se non cresce il Sud. E’ tempo non di altre parole – conclude Battaglia – ma di segnali tangibili e misure puntuali su tutte le criticita’ da decenni ben note ad ogni istituzione nazionale”.