Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, non votiamo finchè non cambia qualcosa

 

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Reggio Calabria –  Fabio Pugliese, Presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, lancia un’appello a tutti i calabresi, invitandoli al non voto. “Assumiamo – scrive – il non voto come la più alta forma di difesa contro lo Stato assassino che uccide i cittadini calabresi sulla S.S.106” .“Nelle ultime 48 ore sulla Strada Statale 106 in Calabria abbiamo registrato una vittima di 60 anni a Cirò Marina (Giuseppe Alosa), una giovane vittima di 33 anni a Saline Joniche (Claudio Modafferi) in uno scontro in cui peraltro sono rimaste ferite altre due donne. Inoltre, nella serata di ieri, intorno alle 19:00, sulla S.S.106 a Reggio, in località Caracciolino, si sono scontrate una Fiat Panda ed una Fiat Punto, in un tragico incidente che ha provocato due persone gravemente ferite (c’è chi ha riportato danni permanenti), e l’incubo sulla S.S.106 continua poiché un nuovo tragico incidente è avvenuto intorno alle 00:15 di questa notte passata, a Pellaro, sempre in provincia di Reggio Calabria, che ha provocato altre due persone gravemente ferite. Negli ultimi 20 anni sulla S.S.106 hanno perso la vita oltre 650 persone. Sono 54 solo negli ultimi 3 anni dal primo gennaio 2013 fino ad oggi. Tra questi non voglio dimenticare i più giovani: Jonel Parus di 32 anni, le sorelle Valentina Fiore di 21 anni e Teresa Fiore di 25 anni; Domenico Iacino di 21 anni; Leonardo Gualandris di 12 anni, Domenico Grillo di 38 anni, Matteo Battaglia di 12 anni e Raffaele Caserta di 38 anni deceduti nel 2013; Egidio Aloisio di 19 anni, Nicola Renda di 28 anni, Adrian Bodgan di 24 anni e Andrea Mandile di 25 anni deceduti nel 2014; Matteo Brigandì di 38 anni, Sing Jaswinder di 36 anni, Antonio Pugliese di 24 anni, Ilaria Geremicca di 22 anni, Francesco Paparo di 24 anni e Claudio Modafferi di 33 anni deceduti nel 2015. È chiaro che su ogni incidente molto dipende da un comportamento scorretto da parte degli automobilisti sulla strada. Questo aspetto, tuttavia, è vero su ogni strada del mondo. Non possiamo e non dobbiamo chiudere gli occhi sulla pericolosità della strada Statale 106 jonica in Calabria: mal concepita, inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico e soprattutto non mantenuta. Tutto ciò fa aumentare i rischi in modo esponenziale. Comportamenti di guida scorretti e pericolosità della strada concorrono tra loro nell’influenzare l’enormità dei dati che abbiamo sulla “strada della morte”. Bisogna però considerare, ed in questo bisogna essere realisti, che è più difficile intervenire sui singoli comportamenti di chi guida, visto che gli automobilisti sono milioni e purtroppo ci saranno sempre gli sprovveduti. In effetti i controlli sulla strada ci sono ed è meritorio il lavoro svolto dalle forze dell’ordine. Sulla strada, invece, si può e si deve intervenire con interventi definitivi di ammodernamento e di messa in sicurezza perché ciò, anche se non risolve il problema definitivamente, lo riduce drasticamente.Queste vittime della S.S.106 non possono e non devono passare, ancora una volta, come il frutto di un semplice incidente. Tutte queste vittime potevano e dovevano essere evitate attraverso l’impegno di tutti e soprattutto attraverso l’impegno di coloro che sono i responsabili e che non possono più nascondersi dietro alibi e giustificazioni: i lavori di ammodernamento e di messa in sicurezza devono essere immediatamente cantierati. Tutti noi che usufruiamo di questa “strada della morte” abbiamo il diritto di chiedere e ottenere con immediatezza certe risposte. Questa volta le risposte non possono essere semplici impegni a provvedere ma devono diventare impegni concreti, seri e soprattutto, urgenti. Non possiamo assistere inermi, indifferenti ed impotenti allo stallo ingiustificato ed inquietante dell’ammodernamento 3° Megalotto della S.S.106 che, concluso l’iter procedurale con il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del 30 luglio scorso, non viene approvato dal CIPE che però il 6 agosto scorso ha deciso realizzare il 3° lotto costruttivo dell’opera ferroviaria del “Terzo valico dei Giovi”, con un costo di 607 milioni di euro in Liguria; di assegnare circa 76 milioni di euro per i porti di Genova, Trieste e La Spezia; di destinare al collegamento autostradale Bre.Be.Mi 260 milioni di euro; di approvare il progetto definitivo del collegamento ferroviario Arcisate-Stabio (in Lombardia), del costo aggiornato di 261 milioni di euro.Allora io chiedo: dove sono i Deputati calabresi Franco Bruno del CD; Ferdinando Aiello, Enza Bruno Bossio, Nico Stumpo, Demetrio Battaglia, Ernesto Magorno, Nicodemo Nazzareno Oliverio, Bruno Censore, Stefania Covello, Alfredo D’Attorre e Rosy Bindi  del PD; Dalila Nesci, Sebastiano Barbanti, Federica Dieni e Paolo Parentela del M5S; Lorenzo Cesa dell’UdC; Jole Santelli, Rosanna Scopelliti, Dorina Bianchi, e Giuseppe Galati del PdL? Dove sono i senatori Aiello  Piero, Bilardi Giovanni, D’Ascola Nico e Gentile Antonio dell’AP (NCD-UDC); Caridi Antonio Stefano del GAL (GS, PpI, FV, M); Lo Moro Doris e Minniti Marco del PD; Molinari Francesco del Gruppo Misto; Morra Nicola del M5S e Scilipoti Domenico del FI-PdL?”.

“Decidere di impegnarsi per non votare e di bruciare la propria scheda elettorale credo sia una scelta di dissenso democratica e civile. Facciamolo pensando alle tante vittime della S.S.106 in Calabria, facciamolo per onorare la loro memoria. Facciamolo con coraggio e con decisione per estraniarci da un contesto pseudo democratico che ci penalizza e, soprattutto facciamolo se noi, individualmente riteniamo che sia giusto adoperarsi affinché ciò che è avvenuto a queste giovani vittime della S.S.106 in Calabria non accada ai nostri figli, ai nostri parenti, ai nostri amici. Il mio appello si rivolge, quindi, ai tanti cittadini calabresi, giovani e adulti. Il silenzio e l’ignoranza rischiano di portarci ad affossare completamente i nostri diritti. Viviamo in una terra “abbandonata” e che non sentiamo più nostra. Chiediamoci perché siamo arrivati a questo punto. Non possiamo più credere che i nostri problemi siano altri a risolverli. Partiamo da noi. Decidiamo di non votare mai più fino a quando non cambierà qualcosa”.