Regione: Nicolo’, Calabria esclusa da piano Ue per grandi opere

alessandro-Nicolo16-05Reggio Calabria – “Arriva da Bruxelles l’ultima tegola sulla Calabria con l’esclusione della nostra regione dai finanziamenti per le grandi opere che, invece, nelle regioni del Nord Italia creeranno investimenti per 4,8 miliardi e 3.200 nuovi posti di lavoro”. E’ quanto denuncia Alessandro Nicolo’, capogruppo di Forza Italia alla Regione Calabria. “Quello che emerge in queste ore da documentate fonti giornalistiche – dice l’esponente politico – e’ quanto di piu’ sconcertante si potesse immaginare: malgrado l’allarme lanciato in proposito dal parlamentare europeo Gianni Pittella, appartenente allo stesso partito di Oliverio, la nostra Regione non avrebbe mandato neppure un proprio rappresentante qualificato al vertice convocato dallo stesso parlamentare del Pse tra tutti i governatori del Meridione per chiedere direttamente ai vertici di Bruxelles le motivazioni di questa grave discriminazione. Aver disertato il faccia a faccia con il vicepresidente della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen, e con la commissaria europea alle Politiche regionali, Corina Cretu, suona – secondo Nicolo ‘ inequivocabilmente come una supina accettazione di questa esclusione che, in sostanza, non concede alla Calabria neppure uno scampolo degli 11 progetti approvati e che riguardano solo le opere da realizzare nel centro Nord. Si tratta – aggiunge Nicolo’ – della cosiddetta Fase 2 del Piano Junker, una programmazione di investimenti che, si stima, mobiliteranno risorse per miliardi di euro. Stando a calcoli attendibili, otto dei progetti infrastrutturali che hanno avuto il via libera da Bruxelles saranno in grado di attrarre ingenti risorse private pari a circa 4,8 miliardi, investimenti che si tradurrebbero in importanti ricadute sul piano occupazionale: cantieri in grado di produrre fino a 3.200 nuovi posti di lavoro. Se e’ tutta ‘politica’ la tegola precipitata sulla testa di Oliverio – conclude Alessandro Nicolo’ – per i cittadini e le imprese calabresi si tratta di un macigno pesante sul piano economico e sociale che allarga il divario e allontana ancora di piu’ la nostra regione dal resto dell’Italia e dell’Europa. Con buona pace della sbandierata omogeneita’ politica che, solo a parole e davanti alle telecamere pero’, caratterizza questa fase istituzionale, con il governo regionale mai come adesso perfettamente allineato e coperto con quello nazionale”.