Regione: Pitaro(Misto),ignorate proposte per sport e professioni

Reggio Calabria  – ​“Avevo avanzato delle proposte, nel corso del dibattito sul bilancio in Consiglio, finalizzate ad assicurare liquidità, a fondo perduto, alle associazioni sportive e a categorie come i commercianti ed i professionisti. Purtroppo, benché le risorse ci fossero, gli emendamenti non sono stati accolti. Così, oggi, settori fondamentali dello sport, commercianti e professionisti penalizzati dalle decisioni assunte dal Governo per il contrasto al virus, restano senza alcun sostegno”. Lo afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo misto). “Alla presidente Santelli – aggiunge Pitaro – ripropongo, confidando in un sussulto di responsabilità, l’istanza di adottare, anche attraverso l’impiego dei fondi comunitari, una misura compensativa a ristoro dei danni causati dall’emergenza sanitaria che dovrebbe consistere in un contributo regionale a fondo perduto per coprire il 50% dei canoni di locazione dei mesi di marzo ed aprile per le associazioni sportive iscritte al registro Coni e per le associazioni di promozione sociale (iscritte nei registri nazionale richiamati dalla legge del 2000 n. 383) che esercitano, in via esclusiva, l’attività sportiva dilettantistica, riconosciuta come attività di interesse generale dall’articolo 5 comma 1 del decreto legislativo n. 117 del 2017”.

Senza una misura del genere – sottolinea il consigliere regionale – si rischia la sopravvivenza del tessuto sportivo senza scopo di lucro che finora ha operato nella promozione sociale oltre che sportiva a favore di cittadini di tutte le fasce d’età”.
Per Pitaro “le misure restrittive adottate dal Governo hanno determinato il blocco delle attività dei commercianti e dei professionisti che hanno sopportato spese da costi fissi e non hanno ottenuto guadagni e che ora, se non si vuole che soccombano, hanno diritto a congrui sostegni economici. Avevo proposto – sostiene – che si erogasse un contributo a fondo perduto (nella misura del 10 per cento del reddito dello scorso anno) per commercianti e professionisti che nell’anno precedente hanno avuto un reddito inferiore a 35.000,00, ma l’emendamento non ha avuto fortuna. Trattandosi di soggetti che, esposti allo tsunami della crisi peggiore dal dopoguerra, rischiano, se non aiutati, di andare ad implementare il bacino delle nuove povertà (10 milioni in più secondo il Rapporto Oxfam) perché dal lockdown con le attività precluse non percepiscono alcuna forma di reddito, credo – conclude – che la Regione non possa disinteressarsene, ma debba invece individuare soluzioni congrue e tempestive”.