Calabria: stop a legge su vitalizi, il dibattito in Consiglio

Reggio Calabria  – Sono sei i giorni in cui è rimasta in vigore, in Calabria, l’ormai “famigerata” legge regionale numero 5 che prevedeva la possibilità, per i consiglieri regionali decaduti per motivi vari, di avere una sorta di vitalizio dopo aver versato i dovuti contributi. Questa legge, approvata dal Consiglio regionale all’unanimità il 26 maggio e promulgata il 26 maggio, ora non c’è più, eliminata oggi, sempre all’unanimità, dall’Assemblea legislativa calabrese convocata in via straordinaria dal presidente Domenico Tallini. Il Consiglio aveva infatti un solo punto all’ordine del giorno: la cancellazione di un testo che aveva fatto finire nella gogna mediatica l’intera politica calabrese, dalla maggioranza di centrodestra alla minoranza di centrosinistra, costretta a fare un evidente e imbarazzato “dietrofront”.

Il passo indietro è arrivato al fondo di un dibattito alla fine contenuto in un’ora e mezza, caratterizzato da alcune direttrici comuni: la prima è stata la corale ammissione di un errore, condita anche dalla richiesta di scuse ai calabresi, e la precisazione che la legge da abrogare oggi non introduceva affatto i vitalizi intesi nel senso più comunemente inteso. “I vitalizi sono già stati abrogati nel 2011”, ha detto più volte Tallini, e lo stesso concetto è stato rimarcato da altr consiglieri intervenuti, sia dalla maggioranza sia dall’opposizione. Dopo l’introduzione di Tallini, ha preso la parola il relatore del nuovo testo abrogativo del vitalizio ai consiglieri decaduti, Filippo Mancuso, della Lega: “C’è stato un incidente di percorso, una disattenzione generale a cui rimediamo e sono sicuro non capiterà più. Ma non siamo il Consiglio regionale dei privilegi, perché nel corso di questa legislatura provvederemo a razionalizzare ulteriormente i costi”. Il capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua, ha evidenziato che “il 26 maggi abbiamo sbagliato tutti, ma se avessimo insediato le commissioni sicuramente questi errori non li avremmo fatti. Invito quindi la maggioranza a trovare la quadra ed eleggere le commissioni”. Tilde Minasi, capogruppo della Lega, ha rilevato: “L’abrogazione della norma sul trattamento pensionistico dei consiglieri decaduti ci consente di trasformare un errore in un atto di onore e di chiedere scusa ai calabresi. In tanti ci hanno votato per cambiare con il passato, per questo non ci presteremo più a fraintendimenti e a modalità regolamentari che alimentano equivoci”.

Per Graziano di Natale (“Io resto in Calabria”) “va colmato al più presto il vulnus dell’assenza delle commissioni consiliari, il nostro gruppo non è più intenzionato a votare più proposte che passino dalle commissioni”. Anche Francesco Pitaro (Misto), ha affermato che “se ci fossero state già le commissioni tutto questo non sarebbe successo. Ed è giusto che i calabresi sappiano che quella proposta, diversa da quella concordata in conferenza dei capigruppo, è stata un inganno. Ora è il momento della lealtà e della responsabilità”. A sua volta, Pietro Molinaro (Lega) ha proposto “l’abrogazione dell’articolo 42 del regolamento del Consiglio perché un consigliere regionale non può trovarsi all’improvviso davanti a una norma di cui non sa nulla”. Secondo Giuseppe Aieta (Democratici Progressisti) “adesso ripariamo il danno assumendo l’impegno di lavorare alla manutenzione delle leggi e dei regolamenti a cominciare dalle spese di funzionamento dei gruppi”. Pippo Callipo (“Io Resto in Calabria”), ha osservato che con l’abrogazione della legge numero 5 “siamo più forti, non più deboli, è una cosa che ci fa onore. Adesso dobbiamo recuperare la fiducia dei calabresi impegnandoci a tagliare privilegi e spese inutili alla Regione”. Nicola Irto (Pd), ha invitato i colleghi a “essere consapevoli che per la Calabria è tutto più difficile, dobbiamo ragionare anche in termini di opportunità, non solo di legittimità di un provvedimento. E al populismo dobbiamo rispondere con la verità e con il coraggio”. Luigi Tassone (Pd) ha detto che “oggi riconosciamo un errore, ma non possiamo essere messi alla gogna mediatica, anche io ribadisco che non abbiamo introdotto alcun vitalizio”. Infine, Baldo Esposito (Casa delle libertà), ha sostenuto che “il 26 maggio abbiamo fatto vari errori di opportunità politica, mancata comunicazione, e di merito, anche se non si era assolutamente reintrodotto il vitalizio. Dalle opposizioni arriva un messaggio chiaro, non possiamo più tergiversare nella definizione delle commissioni, dove ci sarà da fare un grande lavoro partendo anche da una profonda rivisitazione di leggi, regolamenti e spese dei gruppi”. A concludere gli interventi, ancora il presidente del Consiglio regionale, Tallini, che ha ribadito che “la legge che si sta per abrogare non ha previsto l’introduzione dei vitalizi, quello che abroghiamo oggi è solo un beneficio che si prevedeva per i consiglieri regionali la cui elezione viene annullata”.