Catanzaro – La deputata del M5s Dalila Nesci torna alla carica sulle recenti nomine dei vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione, annunciando un’interrogazione parlamentare ai ministri della Salute e dell’Economia e inviando una lettera al governatore regionale, alla commissione per il rientro sanitario, al dg del dipartimento Salute della Regione Calabria e ai vecchi e nuovi nominati. L’obiettivo della parlamentare 5 stelle e’ il rispetto delle regole, “essenziale – insiste – per la prosecuzione del piano di rientro”. “Vi sia – scrive la parlamentare nella sua missiva – la massima chiarezza e uniformita’ nelle procedure di assegnazione degli incarichi di vertice della sanita’ calabrese, il cui cammino per ripianare il debito non puo’ avere ambiguita’ od opacita’ amministrative, perche’ cio’ significherebbe il rientro e’ in primo luogo funzionale a riprovevoli mire ed equilibri di potere, diametralmente opposte al diritto alla salute che si deve a chi vive o dimora in Calabria”. Ieri Nesci aveva incontrato a Catanzaro il commissario Massimo Scura e il subcommissario Andrea Urbani, cui aveva chiesto un atto di recepimento delle nuove nomine sanitarie deliberate dalla giunta regionale, anche sottolineando l’inconferibilita’ per legge dell’incarico di commissario dell’Asp di Reggio Calabria a Santo Gioffre’, in quanto gia’ candidato a sindaco di Seminara (Reggio Calabria). Nella missiva, la parlamentare precisa: “O per le nomine in questione la giunta puo’ procedere in autonomia, e allora poteva farlo anche quando era guidata dal presidente facente funzioni Antonella Stasi, oppure occorre sempre un atto di recepimento del commissario governativo. Questa ultima ipotesi, risulta alla scrivente, era sostenuta dal dg del dipartimento regionale per la tutela della salute, Bruno Zito”. Secondo la deputata del M5s, “occorre un atto della stessa specie giuridica per revocare le nomine a suo tempo effettuate dal commissario Luciano Pezzi, sicche’ l’ultima deliberazione della giunta regionale non produrrebbe, per sua natura, codesto effetto. Resterebbero in carica, dunque, i direttori generali facenti funzione incaricati da Pezzi, i quali potrebbero anche realizzare interruzione di pubblico servizio, se abbandonassero i loro uffici. Le regole e i principi – conclude Nesci, anticipando un esposto a procura e Corte dei conti in caso di inerzia dei destinatari – valgono sempre, non soltanto per l’avversario politico nel gioco della democrazia. Nella pubblica amministrazione, poi, come presupposto necessario vanno acquisite, nello specifico, dichiarazioni dei nominati sull’assenza di cause ostative, d’incompatibilita’ od inconferibilita’”.