Lamezia Terme – “Esiste un disagio di fondo nella gestione della sanità calabrese. Dopo l’estemporanea proposta di una Azienda sanitaria unica regionale, sono arrivate le nomine ai vertici delle Aziende sanitarie e ospedaliere. E se quelle dei commissari avevano lasciato molte perplessità, stante che, salvo qualche sporadico caso, la gran parte dei nominati non era compresa nell’elenco degli idonei, le nomine del direttori sanitari e dei direttori amministrativi vanno al di là di ogni ragionevole dubbio, risultando in qualche caso censurabili sotto il profilo della legittimità (possesso dei titoli e/o incompatibilità) oltre al fatto che spesso si tratta di soggetti apertamente legati al centro destra dell’era Scopelliti”. Lo afferma in una nota congiunta
Umberto Mancino – Assemblea regionale Pd, Vitaliano Caracciolo e Antonio Barberio membri del Pd Catanzaro, secondo i quali “in questo senso bene ha fatto Rosario Bressi ad avanzare dubbi e a richiedere delle spiegazioni che, per quanto riguarda Catanzaro, riconducono a scelte direttamente ascrivibili al Vice Presidente della giunta regionale On. Vincenzo Ciconte che, tra l’altro, è anche un tecnico del settore oltre che presidente dell’Ordine dei Medici”. I tre esponenti del Pd, poi, sottolineano che “nella singolare replica a Bressi, il circolo PD di Zagarise, senza contestare il merito delle sue dichiarazioni, cerca di sfuggire alle questioni che sono state poste e che riguardano le necessarie scelte di cambiamento e di qualità della sanità calabrese e catanzarese, non trovando niente di meglio che offendere e calunniare il dirigente regionale Pd”.
A giudizio di Mancino, Caracciolo e Barberio si tratta di “una polemica sterile che, a guardar bene, rischia di trasformarsi in un boomerang per chi la alimenta e appare per quella che è : una difesa d’ufficio confusa e cameratesca per entrare nelle grazie del potente uomo politico regionale”. Per i tre del Pd, “cosi’ non va cari amici e compagni. Tali metodi – aggiungono – non si addicono ad un circolo del PD, che dovrebbe avere il compito di incalzare, con spirito critico se necessario, gli eletti a fare meglio di chi li ha preceduti”. Quindi per Mancino, Caracciol e Barberio, “l’on Ciconte farebbe bene, invece che affidarsi a inopportuni soccorsi esterni, ad argomentare, direttamente e alla luce del sole, le proprie discutibili scelte senza dimenticare che su questo terreno si gioca non solo il benessere dei Calabresi ma lo stesso destino politico della Regione”.