Sanita’: Oliverio, pieno sostegno al commissario Asp Reggio

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Catanzaro – “Esprimo incondizionato sostegno al commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per aver portato alla luce la grave ed inquietante vicenda dei doppi pagamenti autorizzati nel passato”. E’ quanto afferma, in una nota, il presidente della Giunta regionale calabrese, Mario Oliverio. “Al dottor Gioffre’ – prosegue Oliverio – va riconosciuto il coraggio di voler fare chiarezza ed affermare piena trasparenza. Il commissario dell’Asp ha avuto il merito di aver interrotto questa dolosa azione. L’amministrazione regionale fara’ tutto quanto e’ nelle proprie competenze al fine di accertare le responsabilita’ relative a pagamenti “erronei”, ma anche per sostenere ogni utile ed efficace iniziativa per accelerare la spesa dei fondi disponibili per il pagamento dei debiti pregressi e, soprattutto, per garantire procedimenti che non penalizzino nessuna delle aziende creditrici”. “Le denunce che hanno espresso, in queste ore, i rappresentanti di Confindustria -continua Oliverio – confermano una realta’ che ha visto prevalere l’arbitrio e, probabilmente, anche il malaffare. Il mio impegno e’ quello di interpretare queste giuste denunce. Bisogna convincersi che oggi alla Regione la musica e’ cambiata”. Oliverio ha, quindi, dichiarato: “Noi ci mettiamo la faccia e intendiamo assumerci la responsabilita’ di compiere una necessaria opera di moralizzazione e di riqualificazione della spesa pubblica. Non vi e’ dubbio che questa vicenda non e’ da considerarsi come un incidente casuale, ma costituisce la prova e la dimostrazione di quali e quanti possano essere i grumi e le lobbies che si annidano dietro alcuni interessi e che oggi sono il vero ostacolo al processo di cambiamento di questa regione. Il danno prodotto – conclude il governatore della Calabria – non e’ solo finanziario a carico della Pubblica Amministrazione, ma finora e’ stato soprattutto rivolto alle aziende sane che hanno fornito beni e servizi all’Asp e, soprattutto, ai cittadini i quali si vedono privati, nonostante una ingente spesa sanitaria, dei diritti basilari necessari alla cura della propria salute”.