Sanità: Comocal “basta ai tagli indiscriminati”

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Cosenza – Il Co.O.Mo.Cal. comitato Ospedali di Montagna Calabresi, impegnato per la tutela degli ospedali ubicati in zona montana, guarda con interesse le varie manifestazioni che nei giorni prossimi impegneranno varie aree della regione come Locri e Polistena, per dire “basta ai tagli indiscriminati alla sanità”. “Il commissariamento della sanità regionale sa di beffa – scrive il presidente del Comitato, Alessandro Sirianni – poiché la figura assume i connotati di un Commissario liquidatore”. Pur riconoscendo che in passato nel reparto sanitario sono stati alimentati sprechi, il presidente Sirianni afferma che, ad oggi, “i territori sono sviliti, ridotti a una condizione impossibile dove sono negati i diritti più elementari”. Sirianni attacca il commissario Scura, affermando che “usa la sua carica in modo indiscriminato, in alcuni casi arrogante come nei casi di Praia a Mare e Trebisacce che, forti di una sentenza del Consiglio di Stato, vedono nelle sue dichiarazioni inopportune, lo scavalcare delle competenze giuridiche e istituzionali”. “Oggi – prosegue – più che trovare soluzioni condivisibili la bega prende una strana piega che vede contrapposti gli interessi pubblici a quelli della sanità privata, che pone la regione come seconda solo alla Lombardia per accreditamenti. Se, come dice l’ex sub commissario Scaffidi, – continua – il pareggio di bilancio era cosa fatta per la fine del 2014, poi non raggiunto per una manovra sospetta che stornava 30 milioni di euro a favore dell’Università facendo di fatto non rientrare il pareggio di bilancio, questo la dice lunga su come la politica voglie esautorare il governo regionale dalle sue competenze in materia”. “Lo sblocco del turn over, – aggiunge – più volte paventato dallo stesso Ministro Lorenzin a ridosso della campagna elettorale delle elezioni regionali, non è diventato tale a posteriori. Eppure l’Agenas, in passato ha ricordato come la classe medica avesse numeri per rimpinguare le criticità del comparto, se molti medici non fossero “imboscati” in attività non cliniche”. “Da queste considerazioni – conclude – si dovrebbe ripartire per aprire una fase di concertazione possibile ed evitare che molti territori non rimangano ostaggio di una pseudo riorganizzazioniche trovano esclusivi fondamenti su logiche fittizie”.