Comitato Malati Cronici del Lametino, liste attese ancora lunge

ospedale-liste-attesa1Lamezia Terme – “La vita dei malati cronici è caratterizzata dalla continua arte di doversi arrangiare. Eppure il 38% dei residenti in Italia ha almeno una fra le principali malattie croniche. La distorsione dei ruoli fa sì che non sia il paziente al centro di qualsiasi iniziativa ma è questi che deve adeguarsi ai bisogni degli altri attori. Ancora una volta è cosi colui che ha bisogno di cure a pagare un prezzo troppo alto alle disfunzioni e ad un’organizzazione che lascia troppo spesso a desiderare”. Lo scrive in un comunicato il Comitato Malati Cronici del Lametino, che per quanto concerne Lamezia, saluta “come cosa buona e giusta sia il rinnovato reparto di dialisi sia l’acceso, anche se ancora ad un numero limitato di pazienti, ai nuovi farmaci per l’epatite C”. Nonostante questo aspetto positivo per il comitato dice “questo è ancora assai insufficiente rispetto ai mille problemi da troppo tempo segnalati e mai risolti. Sono quelli quotidiani – scrive il comitato – che potrebbero essere risolti con facilità e determinano invece malumori e rabbia. L’orario di sportello per pagare il ticket apre dopo il servizio prelievi. Non dovrebbe essere il contrario? Sabato chiuso. Il totem continua a non funzionare. Non è stato forse pagato con i soldi dei contribuenti? Si è cosi costretti a recarsi 3 volte in ospedale anche per un semplice prelievo. Si capisce perché si ci rivolge sempre più al privato”. Per il comitato, poi, se “cerchi un ambulatorio o un reparto la segnaletica non ti aiuta. Il dramma – aggiunge – è poi nelle liste di attesa lunghissime o addirittura chiuse. Suona come uno schiaffo ai pazienti doversi cosi recare alle strutture private e trovarsi di fronte il medico ospedaliero. Si dirà che la legge lo consente. Noi lo troviamo scandaloso. Ed è assai curioso che questo delle liste di attesa la ritiene una delle maggiori criticità anche Cantone”. Il comitato ritiene che “Cantone abbia ragione e che la cosa riguardi anche la nostra regione. Direttore Generale, perdonerà la nostra franchezza, pensavamo che la sua nomina potesse produrre miglioramenti. Passati ormai parecchi mesi dobbiamo ricrederci. Non riusciamo – conclude – a cogliere nessun segnale serio di inversione di tendenza, nessuna vera discontinuità. Le risparmiamo il lungo elenco di problemi che Lei conosce bene perché segnalati da diverse associazioni. Siamo dispiaciuti e rammaricati. Ne tragga, se vuole, le conseguenze”.