Al Magna Graecia Catanzaro collocato impianto salvavita valvola aortica

cardiologia-interventisticaCatanzaro – Una donna cosentina di 86 anni, affetta da una malattia delle tre arterie del cuore, ostruzioni delle arterie degli arti inferiori e severa stenosi della valvola aortica è stata ricoverata nei giorni scorsi nella Cardiologia Universitaria di Catanzaro in gravissime condizioni.
La volontà della paziente e della famiglia ha spinto il team della Cardiologia Universitaria, diretta dal Professor Ciro Indolfi, a eseguire un delicato intervento sia sulle arterie della gamba compromesse dall’aterosclerosi sia sulla valvola cardiaca senza anestesia generale e senza l’uso del bisturi.
“L’intervento – ha affermato il Professor Ciro Indolfi, pioniere della Cardiologia Interventistica e Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Emodinamica-UTIC dell’Azienda Mater Domini, e Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università Magna Graecia di Catanzaro – è consistito nel riparare, prima, le tre coronarie ostruite, con l’angioplastica e impianto di stent, poi, in un intervento di stenting dell’arteria femorale per permettere l’introduzione di una nuova valvola aortica di tessuto suino impiantata a cuore battente con il paziente sveglio”.

“Fortunatamente per i pazienti, oggi la cardiologia moderna è sempre più indirizzata verso procedure non traumatiche e non chirurgiche come l’angioplastica coronarica, e il trattamento percutaneo delle valvole cardiache – ha spiegato il Prof. Ciro Indolfi. La possibilità di effettuare tali procedure attraverso l’uso del catetere, senza dover ricorrere al bisturi, consente di poter curare casi più difficili e complessi nei quali l’elevato rischio di intervento non consentirebbe alcuna possibilità terapeutica”.
A questo proposito, un recentissimo studio americano, lo studio PARTNER, pubblicato sul New England Journal of Medicine, prestigiosa rivista internazionale, ha dimostrato che l’impianto percutaneo della valvola aortica (o TAVI) non solo è indicato nei pazienti inoperabili o ad alto rischio chirurgico, ma che tale procedura è superiore all’intervento chirurgico convenzionale anche nei pazienti a rischio intermedio che, sino ad oggi venivano operati a torace aperto.
“Sono molto contento dei risultati raggiunti dalla Cardiologia dell’Azienda Mater Domini. Tanti anni di impegno e dedizione – ha concluso il Professor Ciro Indolfi – hanno portato la nostra unità operativa a raggiungere livelli tecnici elevatissimi. Basti pensare che, mentre negli anni passati abbiamo assistito ad un esodo massiccio di giovani calabresi che erano costretti a lasciare questa regione per formarsi, oggi abbiamo medici che da altre regioni d’Italia e dall’estero si trasferiscono a Catanzaro per lavorare nella nostra equipe ed imparare le tecniche più moderne, che tutti i giorni vengono adoperate nella Cardiologia del Campus Universitario dell’Ateneo del capoluogo calabrese ”.