Catanzaro – “L’incendio che si è verificato nella tarda serata del 1 giugno nel cantiere del nuovo ospedale di Vibo Valentia è verosimilmente di natura dolose. Sull’accaduto, la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Camillo Falvo, ha aperto un fascicolo, provvedendo inoltre a sequestrare i mezzi e a sentire il personale e il direttore dei lavori con l’intento di risalire ai responsabili. E’ la maledizione del nuovo ospedale, la cui costruzione continuiamo a considerare una tappa fondamentale per la tutela della salute dei cittadini vibonesi. Un obiettivo che non può essere raggiunto senza azioni concrete a tutela della legalità”. E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
“A dicembre eravamo intervenuti in occasione del sequestro del cantiere, deciso dalla magistratura in due operazioni che hanno riguardato la presenza di materiale di scavo che non era stato smaltito e i lavori, ritenuti non a norma, di sistemazione idrogeologia del fosso Calzone e della raccolta delle acque bianche. In quest’ultimo caso, i militari della Guardia di finanza avevano rilevato un grave rischio idrogeologico – ricorda Scalese -. Sempre in quella occasione avevamo sollecitato una discussione aperta e franca sulle reali conseguenze sulla qualità dei servizi sanitari in questo territorio, già pesantemente penalizzato dalla malasanità. E non solo: la realizzazione nel nuovo ospedale è fondamentale sia da punto di vista sanitario che da quello del mantenimento del livello occupazionale. Basti pensare che nel cantiere incendiato lavorano 150 lavoratori di una impresa di Catanzaro. Al commissario ad acta per il Piano di rientro in sanità, prefetto Guido Longo, avevamo sollecitato il coinvolgimento delle forze sindacali maniera unitaria, ma il nostro appello è caduto nel vuoto. La qualità del lavoro, la stabilità del lavoro e le tutele per il lavoro sono il campo d’impegno fondamentale per garantire giustizia sociale, e non si può prescindere dal contrasto alle infiltrazioni criminali per andare in questa direzione. Serve una strategia unitaria tra istituzioni e forze sociali, non c’è più tempo da perdere”.