Vibo Valentia – Il Procuratore Falvo ha incontrato la popolazione di Rombiolo, nel segno della legalità. L’occasione è stata il premio “Il Telaio 2021”, giunto alla quattordicesima edizione e conferitogli per il grande impegno a favore dello sviluppo sociale e culturale di questa terra. Un ulteriore, importante riconoscimento che il magistrato ha inteso condividere e attribuire al lavoro di tutti i collaboratori, i colleghi sostituti e le forze dell’ordine in primo luogo, sottolineando nella circostanza il grande lavoro nel vibonese svolto da parte dei Carabinieri, rivolgendosi direttamente al loro Comandante Provinciale, presente in prima fila. Tra i premiati anche gli scrittori calabresi Domenico Dara e Giorgio Bruzzese. ll Procuratore Falvo, nello splendido scenario del sagrato della Chiesa di San Michele, gremito sebbene nel rispetto delle rigorose norme sanitarie, ha rilanciato le parole pronunciate qualche giorno prima dal Procuratore Nicola Gratteri, mettendo in risalto la vicinanza della popolazione e la voglia di riscatto. Necessaria dunque una forte risposta dello Stato in un territorio al centro dell’attenzione della Dda al fine di arginare il fenomeno mafioso. “La ‘Ndrangheta – ha sostenuto Falvo – non la sconfiggeremo solo con l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, perché è radicata nella mentalità e per cambiarla serve il rifiuto. Essa ha determinato le condizioni in cui siamo oggi, fanalino di coda della penisola. Ora serve una cultura di carattere diverso, dobbiamo entrare nelle scuole perché saranno le generazioni future a sconfiggere la ‘Ndrangheta, quando capiranno che bisogna cambiare rotta”. Puntando ad instillare la fiducia nel cambiamento, Falvo ha toccato diversi ambiti, dal rispetto per la cosa pubblica ad una visione più ampia e di prospettiva, scevra dal tornaconto di chi amministra, all’anticorruzione per cristallizzarsi nella legalità, quale rispetto verso gli altri e l’ambiente. “La nota positiva è che le cose stanno cambiando: la gente ha fiducia; forse è un processo lungo ma siamo partiti da zero: prima c’era rassegnazione, tant’è che ero venuto tre anni di fila a fare processi nell’aula bunker e coglievo solo rassegnazione nei testimoni e nelle persone offese che a caldo denunciavano, ma poi, davanti alla conferma in Tribunale, si tiravano indietro; e ci trovavamo a dover dimostrare che erano stati minacciati o a procedere per falsa testimonianza. Oggi la gente viene a denunciare, sta iniziando a fidarsi della magistratura e delle forze di polizia e dobbiamo cogliere questa voglia di cambiamento.
L’auspicio è che la parte buona, che è preponderante, venga fuori per prendere in mano le redini e le sorti di questa terra meravigliosa.Dobbiamo curare il territorio, comprese le vie di comunicazione, in situazioni critiche. All’inizio dell’estate, durante una ricognizione a bordo di un elicottero dei Carabinieri, dissi al Colonnello Capece, le cose possono cambiare: dopo le piantagioni di canapa indiana e le discariche adesso la stresserò anche per le strade, spesso in condizioni critiche e pericolose per la circolazione!”.
Significativa ed ancora una volta incoraggiante la grande e convinta partecipazione della cittadinanza di Rombiolo, anche molti giovani, per scegliere la strada della legalità e ritrovarsi sotto questa stella.