Vibo Valentia – Nelle prime ore della giornata, a Vibo Valentia, Novara, Teramo e Benevento i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo, supportati dai Comandi Arma competenti per territorio, hanno eseguito una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su conforme richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri – a carico di 5 persone nei cui confronti sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in relazione ad alcuni episodi estorsivi, aggravati dal metodo mafioso, commessi a Vibo fra il 2009 e il 2022, nel medesimo contesto ci sono altri sette indagati in stato di libertà. La misura, richiesta dall’autorità giudiziaria inquirente, scaturisce da autonome attività di indagine condotte dai Carabinieri e dal Gruppo della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, che hanno, anche con il contributo dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia, riscontrato l’operatività delle ‘ndrine radicate sul territorio vibonese e ricostruito nello specifico:
“un’estorsione commessa nel 2009 ai danni un’impresa edile impegnata in lavori di movimento terra e riqualificazione urbana, per un ammontare di € 20.000;
un’estorsione commessa tra il 2015 e il 2017 all’impresa aggiudicataria della raccolta dei rifiuti urbani, per una cospicua somma di denaro fatti (nel medesimo contesto il 20.04.2016 la ditta ha subito l’incendio di autocompattatore il cui autista veniva minacciato con una pistola);4 tentate estorsioni in danno di altrettante ditte (una delle quali aggiudicataria nel 2018 della raccolta dei rifiuti urbani di Vibo Valentia;
una impegnata nel 2020 nei lavori di costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia; mentre le altre impegnate dal 2021 al 2022 in lavori di riqualificazione di edifici – c.d. ecobonus 110%)”.
L’attività, che offre uno spaccato sul controllo esercitato dalla criminalità organizzata nel settore della raccolta dei rifiuti nel comune di Vibo Valentia e le estorsioni subite dalle ditte incaricate, la ASED srl e la DUSTY srl, il cui responsabile all’epoca era Gregorio Farfaglia, ha consentito anche di acclarare il profilo associativo di uno degli arrestati che il GIP ha riconosciuto nel periodo successivo alle contestazioni contenute nel procedimento “Rinascita-Scott”. Lo stesso rimesso in libertà nei giorni successivi al 19 dicembre 2019 per annullamento della misura cautelare da parte del Tribunale della Libertà, ha ripreso l’attività del gruppo iniziando a commettere estorsioni sul territorio sino al suo arresto avvenuto a maggio di quest’anno a seguito della condanna riportata in abbreviato nel processo “Rinascita-Scott”