Fisco: Sergio, servono agevolazioni per le famiglie

cartella-fisco600x400Reggio Calabria – “La famiglia non e’ percepita dal mondo politico come risorsa per il bene comune, le istituzioni locali, e la Regione, non lo nascondiamo certo, sono “basate” su vecchie logiche clientelari piu’ che su razionali e moderni programmi di sviluppo e di promozione del territorio, e gli ultimissimi dati Istat relativi all’aumento della poverta’ in Calabria sono emblematici (senza considerare quelli di numeri e percentuali da record negativo europeo sulla disoccupazione). Venti miliardi si trovano subito per sostenere le banche mentre la spesa sociale, e non solo quella per le emergenze, viene ancora una volta sacrificata”. Lo afferma il consigliere regionale Franco Sergio, presidente della Prima Commissione, che avanza una serie di proposte per l’equita’ economica distinta in: fiscalita’ generale (Irpef, deduzioni, detrazioni, assegni, altre integrazioni di reddito), tributi locali (Ici, Tarsu, tasse di scopo ecc.), tariffe (utenze urbane); revisione dell’Isee. “Il sistema di imposizione fiscale – dice – non fa differenza nel tassare il reddito del singolo e del padre di famiglia, interviene a valle del processo con detrazioni di entita’ oltretutto assai limitata. In questa maniera, pero’, non si riconosce alla famiglia che ci sono alcune spese “naturali”, minime, necessarie al mantenimento dei figli e di altri familiari conviventi. Da non sottoporre a monte a tassazione, perche’ non costituiscono reddito disponibile. La famiglia viene cosi’ disconosciuta – continua – nella sua soggettivita’, come struttura sociale, e quindi ne viene negata la liberta’ di autodeterminarsi, di compiere libere scelte in materia di figli, di cura familiare, di anziani da tenere o meno in casa. Spesso con la presenza di uno o piu’ soggetti deboli, si ingenera una sensazione di solitudine che si acuisce nella prospettiva della maggiore eta’ di un figlio disabile, e, quindi della fine di ogni elementare tutela dello Stato. Che viene tamponata da iniziative di associazionismo volontario – quasi una sorta di auto-sussidiarieta’ – che non puo’ certo essere risolutiva di tali gravi problemi”.

“Fortissima quindi e’ la disparita’ di trattamento – aggiunge – tra chi ha figli e chi non ne ha. Immaginiamo 2 nuclei, uno composto da un single e uno composto da padre, madre e 2 figli; entrambi percepiscono lo stesso reddito. Usando un metodo intelligentemente proposto dal Forum Famiglie, prima si tiene conto della composizione familiare da cui si deducono subito i costi vivi minimi per mantenere i suoi membri poi si tassa il reddito che rimane, cioe’ quello “disponibile” dopo la deduzione. Nel sistema oggi vigente prima si tassa il reddito e successivamente si calcolano detrazioni dalle imposte a seconda del numero dei componenti. Dunque, si applica la stessa aliquota a una famiglia composta da una sola persona e ad un’altra composta da 4 persone. Non e’ equo considerare che la famiglia possa vivere “come se ” avesse un reddito disponibile uguale a quello della persona single. Pertanto – continua – l’equita’ fiscale dovrebbe esser affrontata subito migliorando il regime degli assegni al nucleo familiare e le detrazioni fiscali. In alternativa, a medio termine potrebbe essere introdotto il Quoziente Familiare prendendo alcuni spunti dal modello francese ma adattandolo ai casi peculiari italiani: si sommano i redditi dei coniugi, si divide il totale per il numero dei componenti della famiglia (ad esempio 4) “pesati” in base all’eta’ e alle condizioni fisiche, ottenendo cosi’ il reddito procapite al quale si applica l’imposta. Questa tassa unitaria va di nuovo moltiplicata per 4 per ottenere l’importo totale. Lo stesso meccanismo dovrebbe essere applicato ai tributi e alle tariffe locali, per svincolarli dall’attuale logica risarcitoria (sconti ed esenzioni, ad esempio sul trasporto scolastico, legati solo alla soglia di reddito). L’Isee dovrebbe essere rivisto – conclude – per evitare le attuali penalizzazioni di alcune categorie, come le famiglie numerose”.