Lamezia: comitati sanità favorevoli accorpamento Giovanni Paolo II

Lamezia Terme – Non tutti amano l’idea di accorpare l’Ospedale Giovanni Paolo II a delle strutte catanzaresi, considerata la scarsa presenza delle istituzioni del territorio che erano state inviate a partecipare ad un incontro organizzato dal Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Cittadinanzattiva e dal Comitato Malati Cronici, presso la sede del Comune di Lamezia Terme, per sostenere, appunto, le “iniziative da assumere per far includere l’ospedale di Lamezia Terme nella istituenda azienda unica ospedaliera -universitaria Pugliese Ciaccio – Mater Domini, con la funzione di polo centrale della rete politrauma regionale” e quelle “per il rilancio dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri nel distretto sanitario lametino”. A sostenere l’idea della Fusione Nicolino Panedigrano insieme alle altre associazioni sanitarie lametine e Tonino Scalzo. All’incontro erano stati invitati tutti i sindaci del comprensorio lametino, ma erano presenti solo un paio, assenti anche i consiglieri regionali eletti nella Provincia di Catanzaro, presente solo Antonio Scalzo che è uno dei protagonisti della integrazione anche se ha spiegato “che non è cosa facile e semplice riorganizzare la rete ospedaliera” e secondo il quale “si può migliorare in tutti i modi, soprattutto strutturalmente”.
In platea anche Sebastiano Barbanti e il commissario prefettizio Francesco Alecci.
Obiettivo della proposta dell’incontro è la volontà di voler accorpare l’ospedale di Lamezia Terme all’interno dell’azienda che gestirà quelli di Catanzaro: grazie alla nuova azienda che conterà su 800 posti letto si potrebbero offrire servizi migliori rispetto a quelli dell’azienda sanitaria provinciale di cui l’ospedale di Lamezia rimane a far parte. Tra l’altro sono stati rivendicati anche i 20 milioni di euro del Patto per la Calabria per l’ospedale lametino, che la direzione dell’Asp ha programmato per la riorganizzazione del presidio esistente, per destinare gli stessi alla realizzazione del polo traumatologico. “Ci sono venti milioni che noi vorremmo che si spendessero per cose utili per l’intera Regione”.

A chi giova dal punto di vista sanitario la fusione dell’Ospedale di Lamezia Terme con il Mater Domini e il Pugliese Ciaccio di Catanzaro? È un interrogativo al quale sembrerebbe difficile rispondere. Ma non è assolutamente difficile capire perché si vuole unificare il Giovanni Paolo II e l’Ospedale di Soveria Mannelli con strutture sanitarie di Catanzaro. La risposta è una: interessi personali finalizzati al conseguimento di incarichi professionali al termine dei mandati politici che i soggetti interessati stanno momentaneamente svolgendo. Sembrerebbe che un soggetto che sta sostenendo questa tesi, gastroenterologo, in servizio presso la struttura universitaria, aspiri a speciali incarichi futuri all’interno della unificata struttura ospedaliera. Quindi, più che sostenere gli interessi di Lamezia e della sanità lametina, molti sostengono interessi personali a danno della città di Lamezia e del suo comprensorio. Scelte sostenute da alcuni comitati che un tempo gridavano a gran voce “giù le mani dalla sanità lametina”.