Volontariato: per 80 giovani su 100 e’ utile esperienza formativa

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CdV – Il 91 per cento dei giovani italiani considera il volontariato un’esperienza formativa importante. L’80,4 per cento dichiara inoltre di essere “molto” o “abbastanza” d’accordo sul fatto che per tutti i giovani sia utile fare un’esperienza di impegno civico a favore della propria comunita’, anche senza compenso in denaro. Di fronte a questa ampia disponibilita’ ad essere coinvolti solo una parte limitata di giovani lo e’ finora stata effettivamente: solo poco piu’ di un intervistato su dieci (11,7 per cento) e’ impegnato o ha svolto un’esperienza di servizio civile e circa la meta’ (50,2 per cento) non ha mai svolto attivita’ di nessun tipo in ambito sociale. Sono questi alcuni dei dati del Rapporto Giovani, l’indagine nazionale sulla condizione giovanile in Italia promossa dall’Istituto Toniolo in collaborazione con l’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore e con il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo.

In tale contesto l’80,4 per cento dei giovani italiani dichiara di essere “molto” o “abbastanza” d’accordo sul fatto che per tutti i giovani sia utile fare un’esperienza di impegno civico e sociale a favore della propria comunita’, anche senza compenso in denaro. Solo una parte limitata di giovani, pero’ e’ impegnata o ha svolto un’esperienza di servizio civile (11,7 per cento) e circa la meta’ dei giovani (50,2 per cento) non ha mai svolto attivita’ di nessun tipo in ambito sociale. Gli aspetti considerati piu’ importanti per un’esperienza di questo tipo sono prima di tutto quello di “aiutare i giovani a crescere come persone”(96 per cento concordano “molto” o “abbastanza” con questa affermazione) seguito dall'”arricchire le competenze utili per la vita sociale e lavorativa” (95 per cento) e dall’incentivare la formazione di “cittadini attivi e intraprendenti”(94.3 per cento). Molto alti, pur venendo dopo, sono anche gli aspetti piu’ rivolti alle ricadute positive della propria azione verso gli altri (“esprimere valori di solidarieta’” e “rafforzare il senso di comunita’”, rispettivamente al 93.9 e al 92.0 per cento). La remunerazione non e’ l’aspetto piu’ importante (anche se raggiunge una percentuale comunque piuttosto elevata.) L’impressione e’ che in Italia ci sia una ampia domanda di partecipazione sociale dei giovani che non ha finora trovato adeguati strumenti di valorizzazione.

I dati della ricerca del “Rapporto giovani” condotta a fine 2014 confermano ulteriormente questa impressione arricchendo ulteriormente il quadro in relazione anche alle nuove proposte con il “Servizio civile universale”. Gli aspetti positivi dell’impegno civico e sociale sono maggiormente riconosciuti dalle donne e nell’Italia centrale. Nel Sud il consenso maggiore lo ottiene l’essere “occasione per arricchire conoscenze e competenze utili anche nel mondo del lavoro” mentre nel Nord prevale l’importanza di “aiutare i giovani a crescere come persone”. L’aspetto di utilita’ per il lavoro tende quindi ad essere maggiormente sentita nel Mezzogiorno. In ogni caso, anche nel Sud dove le condizioni di lavoro e di reddito sono piu’ penalizzanti, chi considera molto importante avere una remunerazione e’ la minoranza. I valori civici risultano invece piu’ forti nel Centro: “stimolare i giovani a diventare cittadini attivi” e “rafforzare il senso di appartenenza alla comunita’” raccolgono molti piu’ consensi qui rispetto alle altre ripartizioni. I dati dell’indagine del Toniolo mostrano inoltre come i cosiddetti Neet – gli under 30 che non studiano e non lavorano – risultino, da un lato, quelli con meno esperienza di impegno sociale e, d’altro lato, quelli piu’ interessati ad un’offerta con queste caratteristiche. Il 53 per cento di essi dichiara un immediato interesse a svolgerlo mentre il 23 per cento vorrebbe saperne di piu’ per valutare meglio la possibilita’ di farlo.