Minori: Save the Children, Calabria in coda per servizi sociali

minoriCatanzaro – La Calabria e’ la regione italiana che spende meno per i servizi sociali destinati a famiglie e minori (20 euro procapite sui 113 di media in Italia), ha il tasso piu’ basso di bambini sotto i 3 anni presi in carico dai servizi socio educativi (2,1% contro il 13% in Italia), ma ha, invece, uno dei numeri piu’ alti di minori vittime di mafia (19) e la percentuale maggiore di giovani che risiedono in comuni sciolti per mafia (64% a Reggio Calabria su una media nazionale per provincia del 5,4%). E’ quanto emerge dal 6* Atlante dell’Infanzia a rischio “Bambini senza. Origini e coordinate delle poverta’ minorili”, di Save the Children – l’Organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difenderne i diritti. Con 200 pagine di analisi e dati geolocalizzati in 62 originali mappe, l’Atlante,’ a cura di Giulio Cederna, c e’ stato diffuso oggi in tutta Italia, e presentato a Roma alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Infanzia nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro”, avviata da Save the Children con l’obiettivo di debellare la poverta’ educativa in Italia entro il 2030. Come racconta la mappa in Calabria solo 2 bambini su 10 (21,8% sulla media nazionale di 31,6 %), che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno a scuola e nel 34% degli istituti scolastici principali non c’e’ il servizio mensa . La Calabria ha il tasso piu’ basso di bambini sotto i 3 anni presi in carico dai servizi socio educativi per la prima infanzia, 2,1%, sei volte di meno della media nazionale (13%). Migliaia di minori – si evidenzia nella ricerca – pagano un prezzo altissimo all’illegalita’ e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – di cui 19 in Calabria (13 solo a Reggio), e molti di piu’ coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalita’ organizzata. In italia, sono 546.000 gli under 18 in Italia – il 5,4% della popolazione 0-17 anni, con picchi del 64 % a Reggio Calabria, 27 % a Catanzaro, 25,3% a Vibo Valentia e 10,8% a Cosenza – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei Minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia. La Calabria – secondo lo studio – ha indici di presenza mafiosa tra i piu’ alti in Italia (89,25% a Reggio Calabria, 60,36% a Vibo Valentia, 44,24% a Crotone, 35,73% a Catanzaro, solo a Cosenza si scende al 10,2%). Il 33,5% dei genitori del Sud considera molto o abbastanza presente il rischio di criminalita’ nella zona in cui abitano, a fronte del 34,9% nel Centro, del 22,1% nelle Isole, del 32,7% nel Nord Ovest e del 28,3% al Nord Est. Una deprivazione di possibilita’, stimoli e opportunita’ che si riflette anche nelle scarse performance scolastiche: in Calabria quasi 1 alunno di quindici anni su 2 non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica (45,8% su 24,7% della media nazionale) e oltre 1 su 3 in lettura (37,4% su 19,5% in Italia) (mappa sul deficit di competenze). Sono poi oltre 500.000 i giovani (15-29 anni) che, dal 2002 al 2013, hanno deciso di trasferirsi al Nord per trovare lavoro e condizioni di vita migliori, e ben 70.597 sono quelli che hanno abbandonato la Calabria. Per la gran parte laureati (mappa Se ti laurei ti cancelli). E tra le numerose ferite che affliggono l’infanzia in Italia, l’Atlante documenta il clima di violenza nel quale crescono troppi bambini, che segna il loro rapporto con la citta’ e il quartiere, la relazione con i coetanei (per i fenomeni di bullismo e di discriminazione), la vita in casa: si stimano in circa 400 mila i minori vittime di violenza assistita dentro le pareti domestiche. Non possiamo infine non ricordare la condizione dei minori stranieri che arrivano in Italia da soli (nell’ultimo anno piu’ di 11 mila – mappa Arrivati via mare) che, dopo un viaggio spesso drammatico, anche in Europa sono a rischio di cadere in circuiti criminali di sfruttamento, se non si attiva una adeguata rete di protezione. Nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro” – che ha l’obiettivo di debellare la poverta’ educativa entro il 2030 – , Save the Children ha aperto in 8 regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre a Milano-Quarto Oggiaro, in collaborazione con Acli Lombardia , a Napoli-Chiaiano, in collaborazione con l’ A.P.S. Coordinamento Genitori Democratici Napoli , a Sassari-Latte Dolce, in collaborazione con l’UISP, Comitato Provinciale di Sassari . Si tratta di centri socio-educativi in aree urbane svantaggiate che, con l’aiuto di associazioni partner, danno la possibilita’ a bambini e adolescenti di sviluppare il loro potenziale, grazie ad attivita’ ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio. Sono piu’ di 4.500 i minorenni che li frequentano o vi sono entrati in contatto in un solo anno, dall’avvio delle attivita’, di cui 850 in Calabria, a Marina di Gioiosa Ionica (300) e a Scalea (550). L’incidenza della poverta’ assoluta nelle famiglie con almeno un minore e’ triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all’8,5%, per un totale di oltre un milione di bambini colpiti (410.000 nel Mezzogiorno), racconta l’infografica. Nel Mezzogiorno la poverta’ assoluta e’ piu’ estesa – 9,3% di famiglie colpite contro l’8,3% al Nord – e riguarda soprattutto famiglie italiane a differenza della poverta’ al Nord, in crescita nell’ultimo anno, alla quale contribuisce in gran parte il fenomeno migratorio. La Calabria ha la percentuale maggiore in Italia di minori in condizione di poverta’ relativa, 49,2 % su una media nazionale del 19%. A fronte di cio’, in presenza di forti difficolta’ economiche, colpisce – secondo lo studio – l’esiguita’ delle risorse stanziate per l’infanzia: la spesa sociale nell’area famiglia e minori in Italia e’ molto piu’ bassa della media europea, con 313 euro pro-capite, a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro pro-capite della Germania. Se poi si considera l’investimento nei servizi erogati dai comuni, emergono allarmanti differenze, come racconta la mappa su I baratri della spesa sociale: la Calabria e’ in fondo alla classifica con 20 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori, dodici volte meno dei 242 euro del Trentino che e’ la regione piu’ virtuosa, mentre la media nazionale si attesta su 113 euro. A livello provinciale, – si sottolinea – colpiscono le disparita’ tra i 393 euro pro-capite di Trieste e i 350 di Bologna e gli 8 euro di Vibo Valentia, i 18 di Crotone o i 20 di Cosenza e Avellino. Rimandati in istruzione La fotografia del sistema scuola presenta molte criticita’, a partire dalla penuria del tempo pieno (si veda mappa Alla ricerca del tempo pieno), garantito, in Calabria, solo nel 21,8% delle classi della scuola primaria su una media nazionale del 31,6%, e nel 20% di quelle della scuola secondaria di primo grado, dove peraltro in molti casi le attivita’ pomeridiane sono a pagamento. “A macchia di leopardo” anche la presenza del servizio di mensa scolastica, un bene raro soprattutto negli istituti principali delle regioni del Mezzogiorno, dove manca nel 34% dei casi in Calabria,49% in Sicilia, 51% in Campania e 53% in Puglia.