Capodanno in Calabria, tra strina e falò

Falò-CapodannoLamezia Terme – E se in tutta la penisola italiana questa sera si brinderà al nuovo anno contemporaneamente, ogni Regione mantiene però delle tradizioni specifiche.
Radicato è, in Calabria come in altre regioni, l’usanza di accogliere il nuovo anno a suon di petardi, bombe a mano, tric trac e colpi d’arma da fuoco. Un’usanza, che sembra stia andando diminuendo, grazie anche alle molte iniziative di sensibilizzazione per il “capodanno senza botti”. Altra tradizione, che perdura nella terra calabra, è quella di buttare, fuori dalla finestra, oggetti di vario genere: bottiglie, vasi di terracotta, piatti, rito, che simboleggia l’eliminazione del male, fisico e morale, accumulatesi nell’anno trascorso. Due altre tradizioni resistono ancora in Calabria, la cosiddetta “strina” e “il falò” di San Silvestro. La prima trova il proprio precursore nella figura, ormai scomparsa, del “banditore comunale”. Questo personaggio, a notte inoltrata, percorreva le strade del paese a suon di tromba o di tamburo, facendo sosta presso la casa del benestanti. A voce alta e sotto forma di canto augurava le buone feste ed il principio dell’anno al padrone di casa e a tutta la sua famiglia…”li boni festi vi dugnu cantannu…Natali, Pifania e Capudannu…!”. Il giorno dopo ripeteva il medesimo giro per riscuotere da ciascuno la “strenna” in denaro. Oggi sopravvivono timide iniziative di gruppi che usano ancora portare ”i boni festi” , cioè la “strina”, recandosi presso le case di amici e parenti e cantando “fhàmmi la strina chi mi soli fhara, / fhàmmi la strina di Capodannu e di Natali”. Un modo per divertirsi e portare gli auguri nelle case dei propri amici, ovviamente a sorpresa e a notte inoltrata.
Accendere il falò nella notte dell’ultimo dell’anno è una tradizione antichissima.
Una tradizione quella della “fhocara”, che si tramanda da tempo immemorabile nei nostri paesi,ancora praticata in paesi nell’entroterra.
Le notti di Natale e di Capodanno sono rischiarate da questi fuochi che vengono accesi ad ogni crocicchio di strada, in ogni frazione, per festeggiare l’arrivo del Bambinello Gesù e dell’Anno Nuovo. La gente vi si raccoglie intorno, fino a tarda notte, sfidando i rigori dell’inverno. Una volta si faceva a gara per raccogliere la legna e fare più grande la “fhocara”, magari rivaleggiando con quella dei vicini.