Catanzaro: E’ morto Quirino Ledda, ex vice presidente del consiglio regionale

Quirino Ledda

Quirino Ledda

Catanzaro – E’ morto questa notte, nella sua abitazione di Catanzaro, nel rione Corvo, Quirino Ledda, ex vice presidente del consiglio regionale, storico dirigente del Pci e della Federbraccianti. Il decesso, avvenuto probabilmente a causa di un infarto, e’ stato scoperto stamane dalla donna delle pulizie che si e’ recata nell’appartamento in cui Ledda vive da solo. Dopo una lunga militanza politica e sindacale, Quirino ledda, negli ultimi anni, era stato dirigente della legacoop regionale. La sua e’ stata un’esistenza spesa al servizio degli ideali della sinistra e dell’impegno sociale. Recentemente era stato profondamente colpito dalla scomparsa dell’amatissima moglie Amelia, dalla quale aveva avuto due figlio. Il 17 marzo 1982, al culmine della sua attivita’ politica, subi’ un gravissimo attentato, quando ignoti collocarono una bomba davanti al suo appartamento.
Una carriera politica e sindacale lunghissima, iniziata con la scuola di formazione del Pci, alle Frattocchie, a Roma. Li’ il giovane Ledda, fratello del responsabile esteri del partito, Romano, mosse i primi passi del suo impegno pubblico. “Sardo di nascita, ma calabrese d’adozione” amava definirsi. Divenne presto segretario provinciale della Gioventu’ Comunista di Catanzaro e successivamente segretario regionale. Dopo alcuni suoi interventi contro l’espulsione dei ‘dissidenti’, il gruppo ‘capitanato’ da Luigi Pintor che poi diede vita a ‘il Manifesto’, fu inviato dal partito a ‘maturare’ nel Vibonese, quale segretario provinciale della Federbraccianti. In seguito, segretario regionale della stessa organizzazione di rappresentanza dei braccianti agricoli, fino al 1980, quando, candidato al Consiglio Regionale calabrese risulto’ il secondo degli eletti. Il 17 marzo ’82, l’attentato esplosivo alla sua abitazione, con conseguenze gravissime per la sua famiglia. Le autorita’ parlarono di un tentativo di strage. Successivamente, alle politiche dell’83, la proposta fatta dallo stesso Pci di un seggio in Parlamento, rifiutata ” perche’ non fosse interpretata come fuga di fronte alla mafia”. Nel 1985 la vicepresidenza del Consiglio regionale e poi la lunga esperienza nelle Legacop calabrese, della quale e’ stato dirigente.