Pensieri, parole e segni. La violenza del linguaggio nell’era internauta

Pianopoli – Pensieri, parole e segni. La violenza del linguaggio nell’era internauta. Questo il tema dell’incontro tenutosi nel salone municipale di Pianopoli alla presenza della sindaca Valentina Cuda, della dirigente scolastica Daniela Quattrone, del comandante della stazione dei carabinieri Gianluca Troiano.
A coordinare gli interventi la giornalista Nadia Donato che è anche presidente dell’associazione di promozione sociale “Senza Nodi”, fautrice dell’iniziativa insieme all’amministrazione comunale. Nella sala gremita di alunni dell’istituto comprensivo “Don Saverio Gatti” (plesso di Pianopoli) l’insegnante Sina Mazzei ha dato vita ad una rappresentazione in lingua Lis ispirata al suo libro per bambini “Parole come pesci” (Grafichèditore); a guidare i piccoli alunni nella significativa performance è stata Giuseppina Giordano, insegnante di lingua Lis. L’accompagnamento musicale è stato curato dall’alunna Chiara Palmieri che ha suonato il sassofono.
“Bisogna sapere come vivere le parole per meglio interiorizzarle. La parola – ha sostenuto la docente Mazzei – può essere un bacio, un abbraccio o un proiettile. Ogni parola ha un senso e va dosata. Le parole sono come pesci proprio perchè, come nella pesca, dobbiamo saper scegliere quale va usata al momento giusto e quale invece va scartata”.
La sindaca Valentina Cuda ha rimarcato il fatto che “ogni parola detta al cospetto di un’altra persona ha una valenza diversa rispetto a qualsiasi espressione pronunciata davanti ad uno schermo. Le parole –ha precisato la prima cittadina – sono armi e dobbiamo farne buon uso. Dobbiamo capire che nella vita c’è bisogno di rispetto, solo così potremo creare le condizioni per una convivenza civile e pacifica”.
Don Antonio Colombino, sacerdote di Pianopoli, ha inviato un messaggio ribadendo che “solo l’uomo ha il dono della parola; anche gli animali a loro modo comunicano, ma l’unico essere vivente capace di parlare è solo l’essere umano. Cristo si è fatto parola – ha evidenziato il sacerdote – in lui non c’è ipocrisia ma solo parola di vita e libertà. Tanto più saremo capaci di parole di significato gradite a Dio, tanto più saremo credibili”.
Soddisfatta la dirigente Quattrone che ha plaudito all’iniziativa, “un intenso momento di condivisione che ha coinvolto una nutrita rappresentanza della comunità scolastica in un percorso di ulteriore conoscenza delle parole che esprimono pensieri e che diventano segni”.
Il comandante Troiano ha esortato i tanti bambini presenti a sforzarsi nell’utilizzo di un linguaggio consono, con parole improntate sempre al dialogo, alla buona comunicazione perché le parole forti, offensive, generano solo violenza.