Immigrati: sindaco Corigliano Calabro, “basta navi o mi dimetto”

Giuseppe Geraci

Giuseppe Geraci

Corigliano Calabro (Cosenza) – Il possibile arrivo di una nave carica di immigrati nel porto della sua citta’, quasi in concomitanza con il previsto arrivo di una nave da crociera, ha spointo il sindaco di Corigliano Calabro, Giuseppe Geraci, a scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo renzi, oltre che al Ministro degli interni e degli Affari Esteri, al Prefetto e al Questore di Cosenza, al Presidente della Giunta regionale. Greraci lamenta i disdagi che l’arrivo dei migranti potrebbero causare in pregiudizio dello sviluppo turistico del comprensorio, lamenza la carenza di risorse e paventa la possibiloita’ di sue dimissioni.

“Nella giornata di ieri – scrive – ho ricevuto comunicazione che tra oggi e domani giungera’, addirittura, nave petroliera con a bordo oltre 100 immigrati di nazionalita’ africana. Proprio in prossimita’ dell’arrivo di grande nave da crociera che attracchera’ giorno 16 aprile prossimo.! Il governo centrale e quello periferico – continua – non possono continuare a restar sordi di fronte a palesate e notorie problematiche che affliggono il Comune di Corigliano Calabro, in precedenza sciolto per motivazioni ampiamente note. Ho rappresentato lo stato di forte precarieta’ sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista delle risorse umane – continua il primi cittadino – avendo gli sbarchi precedenti richiesto, tra notevoli difficolta’ superate solo grazie al buon senso e alla collaborazione di tutti, l’impiego di personale dipendente che, in maniera defatigante e con scarsezza di mezzi, ha egregiamente sopperito alle emergenze sebbene con grave nocumento per l’ente, il quale non ha potuto impiegarlo per le attivita’ ordinarie e straordinarie afferenti il territorio comunale. Il Comune da me amministrato – sottolinea – ha anticipato spese che ammontano a circa 50.000 euro e che, allo stato, non sono state rifuse. Il pericolo incombente di un dissesto finanziario, finora eluso ed evitato grazie alla notevole riduzione delle spese e delle uscite, non consente sorta alcuna di anticipazione di cassa per far fronte ad ulteriori sbarchi con somme di denaro pubblico che e se chissa’ quando verranno restituite. Il personale in organico al Comune – fa rilevare ancora – versa in condizioni di eccessivo sottodimensionamento per cui vi e’ la effettiva impossibilita’ a far fronte a tali emergenti situazioni che, di fatto, non potranno essere affrontate. Ho gia’ detto – prosegue – che il Porto di Corigliano, che ha visto la luce alla fine degli anni ’70, solo in questi ultimi anni e grazie al solerte impegno di amministratori ad ogni livello, ha avuto il giusto riconoscimento quale struttura a vocazione commerciale e turistica. Invero navi da crociera avevano, in questi ultimi tempi mostrato interesse per localita’ ricadenti nelle aree geografiche dell’area portuale, prevedendo attracchi che avrebbero garantito lo sbarco di turisti di ogni dove con conseguenti indotti di presenze ed economicamente rilevanti. Ed infatti la Costa crociere attracchera’ nel Porto proprio giorno 16”.

Secondo il sindaco “la destinazione dell’area portuale ad attracchi di navi carretta con a bordo profughi ed immigrati ha svilito e svilirebbe la naturale destinazione della stessa con conseguenti ed irreparabili danni alla economia del territorio. Cosa ne sara’ per i tanti turisti che saranno costretti ad approdare in zona invasa da imbarcazioni, le cui condizioni igienico-sanitarie sono facilmente immaginabili? Cosa ne sara’ della flotta peschereccia di Schiavonea, una delle piu’ grosse del Meridione d’Italia? Dovra’ subire, ancora, oltre che la crisi imperante, un ultroneo attentato alla modesta economia? Cosa ne sara’, quindi, del nostro turismo e delle bellezze del nostro territorio? Ribadisco, in ogni caso, che il dato allarmante riviene maggiormente dalla materiale impossibilita’ di poter fronteggiare nuovi ed altrettanti sbarchi che, conseguentemente, mortificherebbero la dignita’ dei soggetti immigrati e profughi ai quali non potrebbero essere garantite la necessaria assistenza e i dovuti soccorsi”. Geraci fa presente che la zona “e’ priva di strutturati centri di accoglienza e ogni ricovero, seppur temporaneo, graverebbe in maniera deleteria sulle casse e sulle finanze dell’ente sulle quali, dall’atto del suo insediamento,questa Amministrazione, ha intrapreso un serio percorso di risanamento. Mi auguro, per l’ennesima volta, che sia dato ascolto a questo estremo grido di allarme e confido e auspico che quanto evidenziato sia tenuto nella debita considerazione. In caso contrario – conclude – non escludo l’abbandono del mandato popolare con ogni conseguenza che cio’ potrebbe comportare”.