Catanzaro – Fanno registrare i primi sviluppi a seguito degli accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro in merito alle assunzioni disposte da “Calabria Etica”, ente “in house” della Regione, per progetti di assistenza alle famiglie disagiate. Gli investigatori hanno superato la fase preliminare dell’inchiesta giungendo a delineare l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio rispetto alla quale, per adesso, non figurano ancora nomi di indagati. La svolta e’ giunta dopo che, agli inizi di febbraio, i Carabinieri del Nucleo investigativo sanita’ e ambiente (Nisa) hanno iniziato un lungo lavoro per esaminare la mole di documenti acquisita su disposizione del Procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, e in particolare la documentazione relativa alle numerose assunzioni a tempo determinato effettuate dall’Ente tanto nel periodo immediatamente precedente alle elezioni regionali del 23 novembre scorso – circa 250 contratti -, quanto nel periodo successivo, per un totale di circa 700 contratti al costo totale di oltre 5 milioni di euro. Il fascicolo d’inchiesta e’ passato alla sezione della Procura che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione. Al centro dell’interesse degli inquirenti ìil fatto che i soggetti che hanno ottenuto gli impieghi siano stati, in maggioranza, giovani residenti nel collegio Catanzaro-Vibo-Crotone (circoscrizione nella quale si e’ ricandidato ed e’ stato rieletto Salerno) prima delle regionali; e persone di Lamezia Terme,dove Ruberto e’ fra i candidati a sindaco in vista del voto che avverra’ in primavera , in epoca successiva e fino a gennaio. Senza contare, poi, l’attenzione suscitata dall’assunzione della compagna di Ruberto, che nel marzo 2014 ha ottenuto un contratto per un anno e poi, il 10 dicembre, ha avuto un nuovo incarico triennale da 114mila euro come responsabile della comunicazione, salvo dimettersi a seguito dell’interesse dei media.