Catanzaro – Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Fabiana Rapino, ha conferito oggi l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sul corpo del giudice Giancarlo Giusti, trovato impiccato domenica nella sua casa di Montepaone Lido dove viveva sottoposto a misura cautelare a seguito dei procedimenti giudiziari a suo carico nei quali e’ stato accusato di corruzione aggravata. Il pm, che sta coordinando le indagini sul caso condotte dai carabinieri, ha investito del compito il dottore Pietrantonio Ricci, e l’esame autoptico e’ in corso in queste ore presso l’Istituto di Medicina legale del Policlinico universitario, a Germaneto. I risultati degli accertamenti medici saranno uno dei tasselli che consentira’ agli investigatori di fare luce sulla vicenda, che ad una prima analisi ha portato a deporre per la tesi del suicidio. Il giudice Giusti soffriva di depressione, secondo quanto emerse gia’ all’epoca del suo primo tentativo di suicidio, avvenuto nel carcere milanese di Opera, all’indomani della condanna a 4 anni di reclusione inflittagli a settembre 2012 per corruzione aggravata dalla finalita’ mafiosa, per presunti rapporti con la ‘ndrangheta, contestatagli nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano che nel marzo precedente aveva portato all’arresto di Giusti ed alla conseguente sospensione del magistrato da parte del Consiglio superiore della magistratura. Dopo quell’episodio, infatti, il legale della famiglia del giudice, l’avvocato Paolo Carnuccio, tenne una conferenza stampa in cui parlo’, fra l’altro, proprio dei problemi di depressione dell’uomo. Neppure due anni dopo, nel febbraio 2014, Giusti fu poi coinvolto in una nuova inchiesta, questa volta della Dda di Reggio Calabria, con cui gli furono contestate accuse non dissimili a quelle mossegli in precedenza. Il processo a suo carico per quella seconda vicenda non dovrebbe concludersi, a questo punto, con una sentenza di merito, proprio per via del decesso dell’imputato.