Calcioscommesse: Tavecchio,”ero contrario allargare giocate in D”

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Roma – “Anni fa la scommessa era un reato, poi per raccogliere fondi si e’ deciso di trasformare un reato in norma di legge, da quel momento sono scattati tutti i meccanismi tipici di una societa’ che da 8-9 anni ha un sistema Paese in grave difficolta. Tutti i mariuoli, i faccendieri non trovano altro modo che riciclarsi in un mondo dove si trova facilmente del guadagno, la delinquenza non puo’ essere allontanata dal nostro mondo che ha 10 milioni di utenze”. Cosi’ il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, in merito all’ultima inchiesta sul calcioscommesse denominata “Dirty soccer”. “Avevo dato parere negativo all’allargamento delle scommesse ai dilettanti – ha proseguito Tavecchio ospite di “La Telefonata di Belpietro” su Canale 5 – Non si parla solo del campionato di Serie D, anche nei campionati giovanili si puo’ scommettere. La frode sportiva e’ una truffa, noi abbiamo dato incarico ai nostri legali per costituirci parte civile a Catanzaro. Non devo difendere nessuno, ma voglio sottolineare che la Lega Pro ha una societa’ che si chiama Sport Radar che segnala le anomalie delle scommesse agli organi di polizia e di controllo”.

Tavecchio punta il dito su un sistema che non consente di limitare i comportamenti di certi addetti ai lavori e ha una proposta da lanciare: “ho trovato un mondo del calcio senza formazione, e’ il momento di cambiare, dobbiamo avere una dirigenza formata, abbiamo circa 200 mila dirigenti e secondo me bisogna fare un database per sapere cosa fanno i dirigenti. Non e’ possibile che possano riciclarsi ogni anno, che fanno fallire una societa’ e poi passano a un’altra senza alcun controllo. Bisogna creare una specie di casellario giudiziario, bisogna sapere con chi si ha a che fare, perche’ sono sempre le stesse persone che riescono a riciclarsi nel sistema”. Tavecchio ribadisce: “noi abbiamo la voglia e la forza di difendere il nostro calcio, perche’ in tutta questa vicenda noi siamo parte lesa”. In alcune intercettazioni c’e’ chi parla di un Tavecchio ricattato da Claudio Lotito, il presidente della Lazio. “Lotito e’ un eletto, non un nominato, e’ stato eletto dalla Lega di Serie A – precisa il numero 1 del calcio italiano – Quando c’e’ stata la composizione del Consiglio federale, la richiesta della Lega era di farlo vicepresidente vicario, mi opposi ed e’ rimasto consigliere. Fu anche indicato dalla Lega come presidente della commissione riforme, ho dato la delega, ma poi l’ho ritirata. Io non ho nessuna interferenza con Lotito, al quale pero’ riconosco una grossa abilita’ manageriale, la sua e’ una delle migliori societa’. La Lazio non ha nessun parametro discostato rispetto ai principi del fair play finanziario. Ha la Lazio e la Salernitana, poi ci sono leggende metropolitane che gli attribuiscono Brescia, Bari e altri club. In molti si rivolgono a lui per chiedere consigli amministrativi, sapete tutti che salvo’ la Lazio che era in una situazione di grande dissesto finanziario”.