Impresentabili: Cantone, la Bindi ha sbagliato

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Roma – “Ora che le elezioni regionali sono alle spalle, si puo’ dire: con il caso Campania siamo finiti in un’impasse giuridica inedita, che sara’ anche molto stimolante e interessante sciogliere, a patto di non lasciarsi tirare per la giacca da nessun timore di strumentalizzazioni. Il mio parere? Non do per scontata l’interpretazione secondo cui De Luca debba essere sospeso subito dopo la proclamazione”. Cosi’ dalle colonne di ‘La Repubblica’, il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone. Circa la tempistica, secondo la quale alcuni sostengono che De Luca non dovrebbe avere il tempo di nominare la sua giunta, ma essere sospeso un minuto dopo la proclamazione “penso – afferma Cantone – che la questione sia controversa. Esiste secondo me, anche un’altra interpretazione. Gli articoli 7 e 8 del decreto che chiamiamo legge Severino prevedono infatti la decadenza o la sospensione. E quest’ultima interviene nei casi in cui l’amministratore abbia subito una condanna che pero’ non e’ passata in giudicato, proprio come per De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio. In altri termini: se si sospendesse subito, senza consentire ai consiglieri eletti di insediarsi e al consiglio di funzionare anche in rapporto alla giunta, bisognerebbe dichiarare lo scioglimento del consiglio per impossibilita’ di funzionamento. E la sospensione prevista dalla Severino, che ha una funzione di natura cautelare e un carattere provvisorio, diventerebbe di fatto, una decadenza”.
Quanto, invece alla recente sentenza della Cassazione, che ha stabilito che la sospensione e’ un “atto vincolato” e che, in presenza di presupposti, non esiste valutazione di discrezionalita’, Cantone si interroga “quando si verificano i presupposti? Si radicano nel momento in cui c’e’ la sola nomina, oppure quando l’amministratore, in questo caso il governatore della Regione, ha assunto regolarmente quelle funzioni dalle quali deve essere momentaneamente allontanato?”

Sulle possibili letture politiche di questa vicenda “So bene che il dramma di questa storia e’ che una vicenda squisitamente tecnico-giuridica sara’ letta con una chiave di politica o di strumentalizzazione. Ma sono letture che non mi toccano. Credo invece che il presidente del Consiglio debba fare appello a tutto il meglio dell’avvocatura dello Stato e dei giuristi italiani. Senza pressioni o timore alcuno, perche’ la soluzione che si trova oggi fara’ giurisprudenza”. Quanto alle possibili soluzioni secondo Cantone “un decreto legge non avrebbe senso. E per le eventuali modifiche in Parlamento c’e’ bisogno di tempi e di soluzioni certo meditate. Come Autorita’ anticorruzione, proprio il 10 giugno, vareremo una proposta ampia sulla Severino da affidare al Parlamento, per alcuni danni e problemi che la Severino crea su altri versanti, su cui non c’entra De Luca. Perche’ quella normativa e’ sacrosanta, e’ indispensabile e deve rimanere. Ma un miglioramento certo va pensato”. Quanto invece alla black list dell’Antimafia “Credo che l’onorevole Bindi, nonostante non avesse una specifica esperienza, stesse facendo benissimo il suo lavoro, con quella capacita’ di impadronirsi degli argomenti e della complessita’ dei nodi che e’ propria dei politici di alto livello: una volta gliel’ho anche riconosciuto alla presenza del premier. Ma questa vicenda degli impresentabili e’ stato, per me, un grave passo falso, un errore istituzionale”. “Per vari motivi. Primo: e’ rischiosa e fuorviante la logica di “istituzionalizzare” gli impresentabili, i quali per loro stessa natura possono essere candidabili, eleggibili, non indagati eppure non idonei a entrare nella pubblica amministrazione, ad esempio per spregiudicato trasformismo; oppure perche’ e’ piu’ grave che un politico si accompagni costantemente a persone dell’area grigia o a pregiudicati, rispetto al fatto di essere rinviato a giudizio per un abuso qualunque. Secondo: in questo modo, si rischia di produrre un’eterogenesi dei fini; cioe’, di dare il bollino blu a tantissimi che, non vedendosi inseriti in quella lista, si sentono pienamente legittimati. E infine, perche’ questo porta la commissione antimafia e la sua fondamentale, indiscutibile direi sacra funzione, a fare e a parlare di altro. La commissione deve studiare, cogliere nessi, indagare fenomeni”.