Calcioscommesse: Dirty soccer, Gip esclude accusa metodo mafioso

tribunale_catanzaro-11-06
Catanzaro – “La mera presenza di Pietro Iannazzo non basta a qualificare di “mafiosita’” l’attivita’ e i metodi del sodalizio in esame o a ritenere che lo stesso abbia agito al fine di agevolare l’attivita’ di un’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico”. Con queste parole il gip di Catanzaro, Domenico Commodaro, ha motivato la decisione di escludere l’aggravante dell’articolo 7 a carico degli indagati nell’inchiesta “Dirty soccer”. Per il gip catanzarese, infatti, “non si rinvengono elementi indicativi del metodo mafioso e del perseguimento della finalita’ di agevolazione della cosca Iannazzo: cosi’, ad esempio, non risulta che la indagato sia mai stato affiancato da altri componenti della cosca di appartenenza o che abbia mantenuto contatti con gli originari sodali in merito alle attivita’ del sodalizio in argomento”. In pratica Pietro Iannazzo avrebbe agito per conto proprio “quale consulente di mercato della societa’ calcistica Neapolis e dunque ricoprendo un preciso ruolo nel mondo calcistico”. In conclusione, pero’, lo stesso gip nel motivare la misura cautelare in carcere per Iannazzo sottolinea “l’appartenenza alla cosca di riferimento”.