Reggio Calabria – “Non si puo’ affrontare il problema dei migranti, seminando paura o peggio utilizzando argomentazioni demagogiche e populiste che alimentano xenofobia e forme di razzismo diffuso. Trattiamo i migranti come colli alla frontiera; anzi peggio. Siamo piu’ attenti a garantire la libera circolazione di merci che quella delle persone: uomini e donne che fuggono, spesso da condizioni disumane in paesi in cui al momento non vi e’ alcuna garanzia del domani”. Cosi’ il consigliere regionale del Pd, Mimmo Bevacqua che sottolinea l’esigenza di richiamare gli Stati membri alle proprie responsabilita’. “L’Italia e soprattutto le regioni meridionali – ha detto Bevacqua – non possono essere lasciate sole ad affrontare un problema che evidentemente non e’ solo dell’Italia. Crotone, Corigliano, Lampedusa, Agrigento sono le porte per l’Europa. E’ necessario quindi che i paesi membri assumano responsabilmente l’onere dell’emergenza, altrimenti avremo la conferma inappellabile che la Comunita’ voluta da Schuman e Spinelli, per citarne due dei padri fondatori, ha fallito il suo obiettivo primario che e’ di coesione, sicurezza e garanzia per gli Stati aderenti. C’e’ un’esigenza prioritaria di accoglienza – ha proseguito l’esponente del Pd – che non possiamo pensare di assolvere parcheggiando uomini, donne e bambini nei centri di prima accoglienza o nei campi profughi improvvisati, gia’ saturi. Ne’, d’altronde, si puo’ pensare di distribuire i flussi nelle sole regioni italiane. Profughi, rifugiati politici e migranti sono un problema del quale deve farsi carico l’intera Europa; anzi ai paesi non interessati, per ragioni geografiche, agli sbarchi dobbiamo chiedere un surplus di impegno e responsabilita’, per equilibrare gli sforzi e gli impieghi di risorse umane ed economiche dei paesi chiamati a far fronte a sbarchi quotidiani di clandestini. Altre posizioni non solo ammissibili – ha concluso Bevacqua -. Sono del tutto deprecabili le dichiarazioni della Lega e di alcuni amministratori del Nord che affermano di chiudere le porte ai migranti. E sono ancora piu’ gravi, ha ragione il Presidente Oliverio, se provengono da un ex ministro dell’Interno, come Maroni. Dobbiamo invece recuperare unita’ e determinazione nel pretendere dall’Europa impegno, risorse e cooperazione per affrontare un’emergenza che e’ destinata a modificare la geografia e gli avvenimenti dell’umanita’. Del resto la storia remota e recente conserva vivide le tracce delle migrazioni di gente e popolazioni che hanno contribuito in maniera determinante a scrivere le pagine della storia dell’uomo. Non possiamo e non dobbiamo bloccare quel cammino”.