‘Ndrangheta: operazione contro clan Perna, 19 i fermati

carabinieri-controllo121115Cosenza – Sono 19 le persone accusate dalla Dda di Catanzaro di fare parte di un’associazione di tipo mafioso dedita al traffico di stupefacenti a Cosenza e guidata dal clan Perna. Questi i nomi dei 19 destinatari del provvedimento di fermo firmato dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni: Marco Perna 41 anni; Pasquale Francavilla 40 anni; Giovanni Giannone 46 anni; Andrea Minieri 34 anni; Giacinto Bruno 43 anni; Alessandro Marco Ragusa 28 anni; Giuseppe Chiappetta 32 anni; Alessandro Andrea Cairo 23 anni; Andrea D’Elia 23 anni; Ippolito Tripodi 22 anni; Bruno Francesco Calvelli 25 anni; Denis Pati 23 anni; Danilo Giannone 26 anni; Paolo Scarcello 24 anni; Francesco Scigliano 23 anni; Domenico Caputo 38 anni; Pasquale Bruni 36 anni; Francesco Porco 37 anni; Giuseppe Muto, 31 anni.
‘Ndrangheta: Cosenza, spaccio droga finanziava detenzione Perna
Il gruppo capeggiato da Marco Perna avrebbe ottenuto dagli altri clan cosentini “uno spazio autonomo nel quartiere San Vito dove spacciare hashish e marijuana per pagare le spese della detenzione del padre un uomo d’onore del calibro di Francesco Perna”. E’ quanto emerge dall’indagine della Dda di Catanzaro che oggi ha portato al fermo di 19 persone. Secondo quanto rivelato da alcuni collaboratori di giustizia, le cui dichiarazioni hanno ritrovato riscontro nelle attivita’ investigative degli inquirenti, il gruppo Perna si riforniva di stupefacenti sia nel Reggino che nel Nord Italia e raramente anche a Marano di Napoli. Punto di ritrovo del clan e’ l’autolavaggio perquisito oggi. Qui, annotano i magistrati, si “provvede al pagamento delle partite di stupefacenti e alla retribuzione degli stipendi agli appartenenti al gruppo”. Il pentito Erneso Foggetti ha spiegato che “Marco Perna ha un proprio giro, autonomo rispetto a quello dei gruppi federati ma per fare cio’ dovrebbe versare alla “bacinella” comune 80.000 euro all’anno, impegno a cui non avrebbe ottemperato, tanto che di recente nell’ambito della criminalita’ cosentina sarebbero emersi contrasti “anche con esplosione di colpi d arma da fuoco”.

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