Terrorismo: Coisp Calabria, “personale non e’ sufficiente”

brugnano-coisp-02-07-01Catanzaro – “Non possiamo piu’ accettare che persone che ricoprano ruoli di vertice nell’apparato della sicurezza italiana continuino a sostenere che sia tutto a posto e che le forze dell’ordine sono sufficienti per affrontare l’allarme terrorismo sia in Italia che, in maniera piu’ specifica, in Calabria”. Lo afferma il segretario regionale del Coisp Calabria (Sindacato indipendente di polizia), Giuseppe Brugnano, rispetto alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ha evidenziato gli impegni del Dicastero, ma anche riguardo alle dichiarazioni positive rilasciate da altri rappresentanti dello Stato. Secondo il Coisp Calabria, “siamo davanti alla rincorsa all’inutile enfatizzazione di risultati che in realta’ non esistono, perche’ e’ tutto l’apparato delle forze di polizia ad essere in forte crisi di personale e mezzi”. Per questo Brugnano ha avanzato alcuni esempi pratici: “A Catanzaro, capoluogo di regione e sede distrettuale per la Digos, la sezione antiterrorismo e’ composta da cinque unita’ e una sola autovettura”. Altro esempio citato dal Coisp Calabria e’ quello relativo all’ufficio scorte: “Una persona ad alto rischio, che dovrebbe essere accompagnata solo con auto blindata, ha circolato su un’autovettura normale per ben otto giorni, solo per guasto meccanico che comportava una spesa che non si riusciva ad affrontare, ma esponendo a serio pericolo la stessa scorta e la persona interessata alla protezione. Un paradosso a cui l’ufficio scorte e’ abituato quotidianamente per la mancanza di risorse. In Calabria non serve l’uso dell’Esercito – ha spiegato Brugnano – per i servizi antiterrorismo, occorre invece potenziare le strutture esistenti in termini di personale e di attrezzature. Invece siamo costretti a fare i conti con continue promesse che oggi provengono dall’attuale maggioranza di Governo, con l’opposizione che dice di essere dalla nostra parte, ma che cosi’ era anche quando i ruoli erano invertiti. La media eta’ nelle forze di polizia italiane e’ di 47 anni, mentre gli jihadisti non arrivano nemmeno a trent’anni. Anche la mancanza di turn over – ha concluso Brugnano – e’ un tema su cui bisogna riflettere e bisogna fornire risposte concrete”.