Roma – “Seria preoccupazione sulle conseguenze che queste presenze presentino sul nostro territorio in maniera cosi’ ramificata”. Ad esprimerla e’ il procuratore aggiunto, Michele Prestipino, nel corso di un incontro con la stampa responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Roma, in relazione agli arresti eseguiti oggi dai carabinieri della compagnia di Tivoli riguardo ad un gruppo di malviventi ritenuti collegati con la cosca della provincia di Reggio Calabria. “E’ una presenza organizzata con la casa madre” precisa Prestipino e le persone colpite da ordinanza cautelare “sono inserite a pieno titolo nell’organizzazione della ‘Ndrangheta pur stabilmente territorializzati fra Tivoli e Guidonia”. Per il procuratore Prestipino siamo davanti ad un “salto di qualita’ anche nel metodo” poiche’ c’e’ “gente che ha disponibilita’ di armi che le usa. E’ violenza fatta con armi nei confronti di soggetti di piu’ basso livello che si occupano delle piazze di spaccio”.
Il riferimento e’ da una parte a quel fucile a canne mozze ed alla pistola ritrovata nel corso delle verifiche; dall’altra ai pizzini che il vecchio boss, Giovanni Giorgi, detenuto nel carcere di Fossombrone, dava al nipote Luca Cosmo. La “corrispondenza tramite i pizzini – conclude Prestipino – ci dimostra che non si tratta di un gruppo isolato. Il traffico che e’ strutturato e ha un riferimento attuale nella ‘Ndrangheta nella Jonica”.