‘Ndrangheta: blitz in Emilia, 6 arresti e sequestri

carabinieri-finanzaBologna – Blitz contro la ‘ndrangheta in Emilia Romagna, Calabria e Veneto. Sei persone sono state arrestate dai militari del Comando provinciale di Modena e dai Finanzieri del comando provinciale di Cremona che stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare ed un decreto di sequestro preventivo emessi dal gip del tribunale di Bologna su richiesta della direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 6 indagati e di altrettante societa’ di capitali. I provvedimenti sono legati all’indagine “Aemilia” che aveva consentito di individuare e disarticolare una consorteria della ‘ndrangheta operante in Emilia, infiltrata in vari settori dell’economia locale. Nell’ambito dell’indagine, che gia’ il 28 gennaio dello scorso anno aveva portato all’arresto di 117 persone, sono complessivamente 224 le persone indagate che sono state rinviate a giudizio o che hanno chiesto di essere giudicate con rito abbreviato. Il valore complessivo dei beni e delle societa’ sequestrate nell’ambito dell’indagine ammonta a quasi 500 milioni di euro.

Gli sviluppi dell’indagine ‘Aemilia’, oltre sei nuovi arresti, hanno portato a un sequestro beni per oltre 20 mln di euro. Approfondita la posizione dei noti imprenditori di origine calabrese Giuseppe Giglio e dei fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, gia’ arrestati nel corso delle precedenti tranche della indagine ed attualmente imputati nel processo “Aemilia”. Nel mirino degli inquirenti, il trasferimento fraudolento di beni mobili ed immobili, mezzi e quote societarie intestate fittiziamente a prestanome, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’attivita’ della associazione mafiosa. In tale contesto e’ emerso anche il ruolo di professionisti compiacenti, tra i quali il commercialista crotonese Donato Agostino Clausi, gia’ arrestato nel gennaio 2015 ed oggi nuovamente destinatario di provvedimento cautelare. Tra i beni sequestrati, oltre ad alcune societa’ con sede nelle Province di Crotone, Parma, Vicenza e Verona, figura un agriturismo del crotonese – del valore di diversi milioni di euro – gestito da Francesco Giglio, sottoposto nella giornata odierna alla misura degli arresti domiciliari, padre di Giuseppe, detto “Pino”, attualmente recluso in regime di art. 41 bis.