Catanzaro – “Il 2016 e’ iniziato in Calabria all’insegna delle intimidazioni: i media ne hanno registrate 5 nel giro di pochi giorni, di cui 3 concentrate nella stessa giornata e culminate con l’episodio inquietante contro il figlio del Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Per questo chiedo al ministro dell’Interno Angelino Alfano se non ritenga necessario convocare in Calabria il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per una seria valutazione della situazione. Gli chiedo inoltre se non ritenga opportuno affidare ad un Prefetto il coordinamento sul territorio calabrese dell’attivita’ di contrasto della criminalita’, e in particolare dell’ndrangheta”. Lo dice la senatrice del Pd Doris Lo Moro, eletta in Calabria, che sulla questione ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno. “Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio – ricostruisce la senatrice Lo Moro nell’interrogazione – a Lamezia Terme, e’ stata incendiata l’auto della moglie del giornalista Pasqualino Rettura, che si occupa di cronaca giudiziaria per il Quotidiano del Sud. Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio, sempre a Lamezia Terme, e’ esplosa una bomba nel garage di un agente della polizia penitenziaria; ad Amaroni (Cz) e’ stata incendiata l’auto del consigliere regionale ed ex sindaco Arturo Bova, presidente della commissione regionale Antimafia, per il quale e’ la terza auto incendiata; a Crotone ignoti hanno dato alle fiamme la vettura dell’ex sindaco e gia’ deputato Giancarlo Sitra. Il 16 arriva la notizia della gravissima intimidazione ai danni del giudice Nicola Gratteri, attraverso le minacce al giovane figlio, per il suo impegno e i risultati ottenuti nella lotta contro il traffico degli stupefacenti e contro la ‘ndrangheta. Ciascuno di questi episodi – conclude la senatrice del Pd – meriterebbe una valutazione in se’, potendo avere matrice ed obiettivi diversi, ma non si puo’ prescindere dalla considerazione complessiva dell’eccezionale gravita’ di questa situazione, che individua la Calabria come prima regione d’Italia in sui si registrano nel 2016 atti intimidatori ai danni di giornalisti, amministratori ed ex amministratori, agenti di Polizia e magistrati”.